"Basilicata
coast to coast" a piedi. Questa volta non è un film
Non
un carretto trainato da un asino, né una tabella di marcia da seguire per
raggiungere in tempo la meta prefissata, ma zaini pesanti fino a 13 chili con
scorte di viveri, tende e sacchi a pelo e, soprattutto, nessun programma da
rispettare.
Così,
e a piedi, sette uomini e sei donne provenienti dal centro-nord d'Italia, dal 2
giugno fino a domani, percorrono la Basilicata camminando sette ore al giorno. Da
Maratea a Lauria, fino al lago Frusci sotto il monte Alpi, da Latronico a
Francavilla, fino al rifugio Acquafredda e poi a Valsinni passando da San Costantino
Albanese. E, ancora, da Tursi a Policoro. Chiaro
che il film di Rocco Papaleo "Basilicata coast to coast" ha offerto lo spunto
ma questo gruppo di esploratori fa del viaggiare a piedi una filosofia di vita
da sempre.
Alessandro
Vergari, fiorentino doc, è l'organizzatore di una "Basilicata coast to coast"
che ha variato di poco quella del regista lucano, mettendo insieme tredici camminatori
esperti aderenti al progetto "Walden. Viaggi a piedi"
(www.waldenviaggiaiedi.it), in collaborazione con la cooperativa "Viaggi
solidali" (www.viaggisolidali.it) specializzata nel turismo responsabile. Il
supporto tecnico e logistico dell'Apt Basilicata ha addolcito il loro faticoso
itinerario con il "Viaggio sentimentale" a Valsinni, il paese della poetessa
Isabella Morra, e la visita al Museo della cultura Arbreshe di San Costantino
Albanese.
"Sono
stato nei Balcani - comincia a raccontare Vergari - dove c'è un'ospitalità al
viandante che nel resto d'Italia e dell'Europa occidentale è andata perduta.
Qui, in Basilicata, l'abbiamo ritrovata, come in Romania, Turchia, Albania e Medio
Oriente. Luoghi in cui l'escursionismo non esiste e l'andare a piedi è solo per
lavoro o necessità. Vedere gente come noi è una novità ed è la curiosità ad
avvicinare le persone". Non cercano altro questi viaggiatori se non un contatto
diretto con le popolazioni che incontrano.
Dopo
aver visto il film, lo scorso inverno Vergari ha fatto un sopralluogo veloce ipotizzando
le tappe di questo viaggio. Il
colore e il profumo delle ginestre e le continue sorprese riservate dalla
natura incontaminata hanno scandito ogni giornata, suggellate "dalla cortesia
delle persone che ci ha dato la sensazione di conoscerle da sempre,
diversamente alcuni momenti sarebbero stati faticosi e malinconici". Forte "l'equilibrio
tra curiosità e discrezione" - interviene Cinzia Melograno, romana, in
Basilicata per la quinta volta. "Sono contenta che questa regione sia entrata nel
cuore di tutti anche grazie al film perché ha requisiti rari: il senso di
comunità, la varietà del territorio che in spazi piccolissimi propone scorci
paesaggistici diversi, la genuinità del cibo".
Se
il film ha aperto una nuova finestra sulla Basilicata, suggerendo di visitarla
perché custodisce più di quanto si creda, il contatto con i lucani, la loro
anima, la loro disponibilità, devi viverla direttamente e poi raccontarla. "E,
infatti, siamo rimasti colpiti proprio da questo modo di essere" - dice il capo
gruppo. E poco importa se molti sentieri non sono ancora segnati, "rimane il
fascino di un territorio non del tutto antropizzato, di spazi immensi che rendono
l'idea di infinito, dove la presenza umana si sente appena e molti percorsi
sono tracciati solo dai segni delle ruote dei mezzi agricoli, offrendo il senso
dell'isolamento e la voglia di scoprire non sapendo bene dove arriverai".
In
auto, in bici, in moto, e ora a piedi, un viaggio in Basilicata è un'attesa e
una rivelazione continue che per chi cerca ancora qualcosa di autentico costituisce
il raggiungimento di un traguardo inimmaginabile. E non puoi non suggerirlo,
riprende Vergari, "perché ci si imbatte in una natura preponderante ma non
pericolosa, trovando asilo in una masseria, vedendo un paese in lontananza,
incontrando persone, e questo ti dà una relativa sicurezza pur nella certezza
che possa capitare di tutto".
Papaleo
e i suoi compagni girovaghi ad un certo punto fanno i conti con "un brigante
mascherato a cavallo", difficile da incontrare di questi tempi eppure per chi
fa escursionismo ogni imprevisto è in agguato. "Avevo ipotizzato bivacchi sotto
le stelle, confida la guida, ma mai mi è capitato di dormire in un comitato
elettorale come a Lauria grazie alla concessione di alcuni giovani". Si sono
dovuti riparare spesso dai temporali ma non hanno patito grandi disagi, ad
esempio alcuni abitanti di Trecchina "hanno allestito uno spazio per noi in un
capannone per poi farci accomodare in casa a bere caffè, tè, tisane". A Latronico,
invece, ha aperto le porte di un agriturismo mai sistemato il "barone", "o
perlomeno così si fa chiamare l'uomo che ci ha ospitati dandoci anche da mangiare
e dormire assistiti dal suo domestico indiano. Non ci ha chiesto nulla".
I
quattro musicisti, alias Papaleo, Gassman, Gazzè e Briguglia, partono con la
meta del concerto a Scanzano Ionico, potenziale occasione di svolta nelle loro
vite, ma quando a scegliere la
Basilicata sono persone che conservano nella memoria i
cammini di pace da Barbiana a Monte Sole, o quelli di Santiago e lungo la via
Francigena, tutto assume un significato diverso e impone degli interrogativi. "Se
alla fine di questo viaggio, quando si arriva in fondo non si controlla il
desiderio di raccontare il bel posto visitato e la gente migliore che si sia
mai conosciuta, ecco lo scopo è raggiunto".
Non
è vero che la Basilicata
non ha nulla, dipende da quello che cerchi. "La Toscana ha mille luoghi, i
suoi tesori non li trovi altrove, però, da un punto di vista umano non c'è uno
scambio perché sono talmente tanti i turisti che si finisce per costruire un
rapporto superficiale". Alessandro Vergara non ha dubbio alcuno: "Non ho
ricordi di viaggi che abbiano trasmesso un calore umano simile. Non conoscevo
lo slogan dell'Apt ma ora penso che renda al meglio ogni aspetto di questa
vostra regione. Perché è davvero una bella scoperta".
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