"La parola soltanto alle immagini,
per continuare a raccontare Palermo "
Dopo il lungometraggio
"Storie di una Città" realizzato durante le riprese de "I saldi di Fine
Stagione" al termine del montaggio e prossimo all'anteprima in alcuni festival
italiani ed esteri, e facendo eco ai dieci episodi della nuova decalogia su
Palermo dal titolo "Palermo Tempo Reggia" le cui riprese sono in ultimazione,
come un continuum per proseguire a raccontare Palermo e a "iniziare" a
tracciare un affresco della città ancora ignota (e forse sempre) per alcuni
aspetti, ecco il documentario "Enchanted
City", per la regia sempre di Sergio Ruffino.
Balli, performances,
stracci di pensieri e di grida di rabbia di un popolo che ancora non vuole
rivelare del tutto "la verità", perché si nasconde tra i vicoli bui di una
città sospesa nel tempo e nello spazio, priva e stazionaria: ora affiorano
maschere e fantocci, freaks e poeti, tornati dal buio per dire (e non dire) e
quindi tornare nel buio; tracce cineaudiovisive, esasperate nello stazionamento
dei dettagli morbosi ed eccessivi e negli sguardi così fermi e così pieni in
procinto di scoppiare. Il viaggio nella Vucciria della notte, opportunamente
creata e ri-creata dal secondo sguardo intruso della camera non segue nessuna
direttiva e nessuna linea, se non il costrutto musicale ed emozionale del
montaggio alternato per creare da sé l'installazione video-vivente.
Ed assurge a questo il
lavoro di trenta minuti, una scaffalatura di videoarte, segreti e indizi per
un'opera di "Cinema Totale", nel senso più puro (e quindi anche impuro) del termine.
Il film è stato girato
dalla squadra di Ruffino durante l'evento "Le città Invisibili" riprendendo i
vari spaccati artistici musicali e teatrali. Le riprese video in dv-cam sono
state alternate alla pellicola 8mm per alcune specifiche performances.
Realizzato dalla
"Palermonamour" in coproduzione con la Officina Arte-Cinema, il documentario si pone come terza fase di un complesso
studio sulla città fatto dal regista Ruffino, senza veli, coperture ed ombre;
la parola (paradossalmente) lasciata alle immagini nude o crude o solari,
rivelatrici di verità e prive di inutili semantiche: solo effetti visivi,
sonori, rumori e omissioni verbali masticate e messe alla tavola del non
compromesso degli spettatori.
Un grande lento ma graduato
lavoro preparatorio, appunti di un "viaggio" verso il primo film per il grande
schermo di Ruffino dal titolo "L'Aria è irrespirabile qui a Palermo".
L'opera, una volta ultimato
lo sviluppo della pellicola ed il montaggio, verrà musicata con orchestrazione
improvvisata del musicista Giulio Maddaloni: sarà quindi pronta per la
circuitazione attraverso ordinari canali festivalieri e televisivi e proiezioni
in anteprima.
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