ASSOCIAZIONE AMBIENTE E
LEGALITA': LE RAGIONI DEL CONVEGNO DI FERRANDINA
Il
Convegno "Programmazione della gestione dei rifiuti e reati
ambientali Prospettive di valorizzazione del territorio" tenutosi ieri a
Ferrandina è serviita a fare il punto assieme ad eminenti rappresentanti del
mondo della magistratura e della ricerca su questioni cruciali per la
Basilicata. Una regione a vocazione agricola con notevole
possibilità di sviluppo in campo turistico, in considerazione non solo della
varietà paesaggistica del territorio, ma anche in virtù della presenza di
molteplici insediamenti magno-greci, solo in parte scoperti, nonché, infine,
per la presenza di Matera, sempre più meta di turismo internazionale oltre che
nazionale. Nel corso degli anni sessanta la
Valle
del Basento, sottostante Ferrandina, a seguito della scoperta di giacimenti di
metano, diviene sede di industria estrattiva ed attività ad essa connessa. A
seguito di accordi fra le amministrazioni locali ed il governo nazionale,
imprenditori del Nord Italia decidono di installare nella Valle del Basento le
loro industrie chimiche (CEMATER, LIQUICHIMICA, ANIC, ENICHEM, PENELOPE, SAPIO,
PIRELLI, SNIA, EPOXITAL ecc.). Dopo circa dieci anni di produzione di materiali
altamente tossici, fra i quali l'amianto, il miraggio industriale però termina,
sia per logiche di mercato che per scelte imprenditoriali di mera speculazione
(sovvenzioni governative et similia).
Oggigiorno,
finite le sovvenzioni statali e regionali, i grandi affari che si possono
realizzare in Basilicata sono tre:
-
Petrolio (per la presenza dei maggiori giacimenti in terra ferma dell'Europa)
-
Acqua (per le notevoli risorse idriche da gestire privatamente)
-
Rifiuti (grazie agli ampi spazi ed alla bassa densità abitativa)
Appare
purtroppo sempre più evidente che la politica ed il mondo
industriale-finanziario hanno scelto la
Basilicata per farne, a beneficio soprattutto di imprenditori privati, un
deposito di rifiuti di ogni tipo e per l'installazione degli impianti industriali
più pericolosi (già si pensa a realizzare centrale nucleari).
In
agro di Ferrandina si sta decidendo infatti di installare una mega-discarica di
rifiuti pericolosi di ogni tipo con vicina centrale a biomasse.
CRONISTORIA
1.
La Società "Basento Ambiente
S.r.l." nel 2005 ha chiesto al Ministero
dell'Ambiente di esprimere un parere di compatibilità ambientale in relazione
ad un progetto per la realizzazione di una discarica da 370.000 mc di rifiuti
pericolosi da ubicare su una superficie iniziale di ettari 24 ubicata in agro
di Ferrandina, Contrada Venita.
2.
Nel marzo del 2008, la Commissione VIA e VAS del Ministero
dell'Ambiente ha espresso parere favorevole di compatibilità ambientale di
detto progetto facendo proprio, si suppone in maniera acritica, quanto
dichiarato dalla Società proponente nella propria relazione di progetto.
3.
Appresa la notizia di detto parere, attraverso la stampa locale, alcuni
cittadini di Ferrandina si sono riuniti in comitato al fine di fronteggiare
legalmente la realizzazione della mega discarica di cui si è detto sopra, la
cui esistenza in loto non appare giustificata, per molteplici motivi. Per tale
ragione è stato comunicato ai vari ente interessati (fra i quali il Ministero
dell'Ambiente, la Regione Basilicata cd il Comune di
Ferrandina) un alto di diffida.
4.
Il Comitato, visto il silenzio del Ministero dell'Ambiente e della Regione
Basilicata, ha deciso, nel luglio successivo, di presentare denuncia-querela
presso la Procura di Roma, prospettando le
ipotesi delittuose di abuso d'ufficio e falso in alto pubblico.
5.
Contestualmente, il Comitato si è impegnato in un'opera di informazione
indirizzata alle popolazioni di Ferrandina e dei Comune limitrofi, per metterle
a conoscenza dello scempio che si vorrebbe consumare in danno della loro salute
e del loro territorio. Sono state pertanto raccolte oltre 5000 firme a sostegno
della contrarietà a delta discarica.
6.
Stimolati dalle notizie di stampa (ADN KRONOS, Il Quotidiano della Basilicata, La
Nuova Basilicata, La Gazzetta del Mezzogiorno) relative
alla denuncia presentata dal Comitato a Roma, gli amministratori regionali,
sino ad allora silenti, hanno deciso di convocare il Comitato e gli
amministratori di Ferrandina. Detto incontro non ha fatto altro che corroborare
i timori del Comitato in ordine ad un approccio adottato dai vertici regionali
verso la vicenda, superficiale e squisitamente imprenditoriale.
7. In precedenza, il Comitato
aveva partecipato, tome ospite, al Consiglio del vicino Comune di Pisticci,
doue veniva deliberata la contrarietà alla realizzazione della discarica in
oggetto.
8.
Sempre in luglio, il Comitato, dopo vari solleciti, è riuscito a stimolare la
convocazione di una conferenza dei sindaci dei paesi rientranti nell'area ATO
1, interessata alla realizzazione della discarica. Detta conferenza, ha
riconosciuto le ragioni di opposizione alla discarica rappresentate dal
Comitato e ha manifestato la sua contrarietà a detto progetto.
9.
I primi di agosto, il Comitato ha ricevuto dal Ministero dell'Ambiente una
comunicazione nella quale il Ministero ha preso atto delle osservazioni
rappresentate nell'atto di diffida sopra menzionato e le ha "girate"
alla Commissione VIA e VAS per le opportune valutazioni, chiedendo altresi
(!!!) al Comitato con quale mezzo lo stesso avesse ottenuto il Parere VIA e
VAS. Il Comitato ha risposto opportunamente a detta comunicazione.
Da
ultimo il Comitato è venuto a conoscenza della circostanza che nella medesima
area della discarica in oggetto si vorrebbe realizzare una centrale a
bio-masse.
LA MEGA-DISCARICA
Non
andrebbe realizzata, ad avviso del Comitato, perché:
1)
L'area di progetto è sottoposta a vincolo idrogeologico, anche per la presenza
del torrente Vella che scorre a meno di 500
metri dal sito individuato dalla Società Basento Ambiente srl;
2)
Sovrastante l'area in oggetto insiste una formazione geologica, definita
"Terrazzo marino", di notevole importanza scientifica che, a seguito
di sopralluogo eseguito, sarà probabilmente inserita, per essere studiata e
preservata, in un programma dedicato ai geo-siti;
3)
L'Università di Milano in collaborazione con la
Soprintendenza ai Beni Archeologici della Basilicata, a partire
dal prossimo settembre, inizierà un programma di ricerca archeologica che
prevede scavi delle fornaci greche rinvenute ai piedi del paese di Ferrandina,
tra masseria Tredicicchio e ponte Vella. La zona interessata dagli scavi ed
alla mappatura archeologica del territorio è vicina al sito di progetto della
mega discarica...;
4)
Il progetto in oggetto non è congruo alle reali esigenze di smaltimento di
rifiuti pericolosi della provincia di Matera, oltre a non essere mai stato
previsto da alcun piano né regionale né provinciale, di gestione dei rifiuti;
5)
Le enormi dimensioni della discarica in progetto (370 mila metri cubi),
l'incertezza normativa nella regolamentazione del mercato della gestione dei
rifiuti speciali (le autorizzazioni all'esercizio sono a potestà regionale, la
facoltà di smaltire rifiuti pericolosi è dettata dai semplici codici CER per i
quali si è ottenuta l'autorizzazione stessa, senza limiti di territorialità),
la presenza nella compagine societaria dell'imprenditore proponente della
multinazionale francese VEOLIA, da anni presente nei mercati internazionali dei
rifiuti, dell'acqua e dei trasporti, hanno indotto codesto Comitato, insieme a
5.000 cittadini ed alcune amministrazioni locali, a ritenere il progetto
pericoloso per la salute e preoccupante per il futuro del proprio territorio,
che si vorrebbe invece venisse valorizzato (ad es. attraverso la creazione del
c.d. "Parco dei Calanchi");
6)
Non vi è stata alcuna conferenza di servizio fra i Comuni interessati, al fine
di verificare l'opportunità della mega discarica che un imprenditore privato
intende realizzare;
7)
Si deve registrare, ineludibilmente, la netta e chiara contrarietà a detta
discarica, espressa da diverse popolazioni, prime fra tutte quella di
Ferrandina e quella di Pisticci.
LA CENTRALE A BIO-MASSE
Non
è compatibile ed in sintonia con il territorio anche perché:
1)
Nella Provincia di Matera nonché in tutta la Regione Basilicata, la produzione di
bio-masse è estremamente marginale; lo è ancora di più in relazione alle 400
tonnellate (di bio-masse) al giorno che l'impianto programmato richiede per la
produzione lorda dei 13 mega watt di energia elettrica previsti. Un Piano
Energetico Regionale adottato nel 2000, prevedeva cinque centrali a bio-masse
nell'ipotesi, perô, in cui fossero state dedicate a colture energetiche e
forestali, enormi superfici di terreni. Impegno di risorse e superfici che, dal
2000 ad oggi, non si è, tuttavia, realizzato. Esempio ne è l'approvvigionamento
in paesi esteri sia dell'olio di colza, per l'alimentazione di una fabbrica
esistente in loco di produzione di bio-diesel, sia dell'olio di palma, per
l'alimentazione della centrale per la produzione di energia elettrica della
vicina "Tecnoparco Val Basento Spa";
2)
La società proponente IEA Srl, società di progetto della VEOLIA Spa, in tutto
l'iter di approvazione di tale progetto non ha mai voluto fornire notizie
precise sull'approvvigionamento delle bio-masse stesse, né fornire
documentazione relativa a eventuali pre-contratti con i fornitori delle stesse;
3)
La tecnologia (ormai superata) proposta per la realizzazione di tale impianto,
risulta essere stata usata negli anni settanta ed è propria dei
termo-valorizzatori (non a caso il CDR, Combustibile Derivato da Rifiuti è
stata assimilata recentemente dalla normativa alle bio-masse ). L'originaria
proprietà di tale tecnologia era della Società DE BARTOLOMEIS, che negli anni
ottanta, sullo stesso sito oggi proposto dalla IEA srl, chiese, senza
ottenerla, l'autorizzazione alla costruzione di un termo-valorizzatore.
Essendo
il sito di tale progetto di centrale a bio-masse inserito nello stesso contesto
territoriale ed ambientale della discarica, anche per esso valgono le ulteriori
osservazioni sopra fatte rilevare.
Il
Comitato "Ambiente e Legalità" ringrazia sentitamente tutti quanti
sono intervenuti ed hanno partecipato o sostenuto il Convegno. Invita con il
vigore, chi ama e rispetta v-e-r-a-m-e-n-t-e la propria terra e prima ancora la
Vita,
a partecipare attivamente alle iniziative indirizzate a tali fini. Ferrandina,12/9/2008
Anna Maria Santa Dubla, Presidente
Associazione Ambiente e Legalità Onlus
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