Benvenuto Presidente Napolitano
Bentornato in questa cittadina ai
piedi del Vulture, un tempo laboratorio di pensiero, incarnato nella figura del
massimo meridionalista Giustino Fortunato. La Sua presenza ripercorrerà le orme di oltre un
secolo fa di un Suo predecessore, Giuseppe Zanardelli, anch'egli ospite a
Rionero dello storico palazzo di famiglia. Fu, questa, dimora e punto di
incontro di intellettuali, di studiosi di politica e di arte, che qui
convenivano per diversi confronti improntati alla crescita e al progresso
civile.
Da diversi decenni il Palazzo è stato acquisito
a patrimonio pubblico, in uno slancio di lungimiranza che negli anni successivi
è venuto a mancare, probabilmente a causa di carenze finanziarie (e non solo) che
non hanno permesso l'acquisizione di altri edifici storici, pur di pari
dignità, oggi purtroppo in un degrado irresponsabile.
Benvenuto signor Presidente, in questa
cittadina che ha dato i natali ad altri illustri rioneresi, a partire dal
senatore Ciasca, allievo dello stesso Fortunato, il cui fatiscente palazzo di
famiglia sarà opportuno che non ne sfiori (appunto) la visita. Natali insigni ha
dunque dato questa città, come il suo amico e compagno di partito, Nino Calice,
ed ancora a narratori evoluti come Vincenzo Buccino e rioneresi "acquisiti"
come Enzo Cervellino e Carlo Pesacane, intelligenze scomparse e di cui si
avvertirà sempre l'assenza. Rionero è patria di figure mordaci e dotte come il saggista Beniamino
Placido, di musicisti celebrati all'estero come Juan Mecca (a lui intitolati
monumenti ed accademie in Argentina), dell'eruditissimo ingegnere Giuseppe
Catenacci e di una figura straordinaria, sempre del secolo scorso, come Maria
Luigia Tancredi, una vita al servizio dei poveri. Insomma, una terra questa di
antico fermento, di vulcaniche espressioni storiche e sociali, nel cui panorama
non può trascurarsi l'enzima del brigantaggio post-unitario e del suo fautore,
Carmine Crocco. Poeti popolari come Cassese e reconditi come Volonnino, ed
ancora artisti come Falaguerra e altri nomi ancora, tanti emigrati altrove. E
poi l'economia: Rionero luogo di industria e di artigianato invidiato altrove.
Tanto tempo fa.
Di questa città restano le effigi di
una eredità di cui non sempre si è stati all'altezza, in un contesto regionale
che, come sottolineava proprio Zanardelli, era "la più derelitta regione
d'Italia". Passi in avanti se ne sono fatti, ma non sempre sufficienti per consentire
quel salto di qualità inderogabile e indispensabile.
Armando Lostaglio
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