Burocrazia lucana,
royalties e informazione: se la struttura è complessa, i conti non tornano
Leggiamo dai giornali (dal sito ufficiale dell'Unmig del Ministero per lo
Sviluppo economico è sempre più difficile capire: da un po' di tempo
inseriscono residui di crediti di anni precedenti, rendendo i calcoli meno
comprensibile e meno facili rispetto al recente passato) che 63 milioni di
euro sono le royalties toccate nel 2011 alla Basilicata e che complessivamente
alla nostra Regione sono andati 585 milioni di euro in 14 anni di royalties
(1998/2012). 63 milioni di euro dovrebbero essere circa il 5% del bilancio
annuale della Regione - che credo si aggiri sul miliardo e mezzo di euro
(tremila miliardi di vecchie lire) - e, analogamente, credo che 585 milioni di
euro siano l'equivalente maturato dalla Regione dopo 14 anni di royalties in 14
anni di bilanci regionali.
I luoghi
comuni diffondono questa notizia: senza il petrolio non avremmo l'Università di
Basilicata, visto che ben 10 milioni di euro è il finanziamento della Regione
all'Unibas. Io dico che senza il petrolio, fondamentalmente, la Regione non
spenderebbe, come ha fatto nel 2007, ben 37 milioni di euro in consulenze. 37
milioni di euro rappresentano più della metà delle entrate annuali medie del
petrolio. Il petrolio, si dovrebbe dedurre, dunque, paga le consulenze a
tecnici e professoroni a vario titolo, i quali poi, hanno, come dire, un occhio
di riguardo per il petrolio stesso?
Delle due l'una: le consulenze
andrebbero vietate, dato che la Regione si è dotata di uffici di competenze
specifiche con tanto di capi dipartimento strapagati e di nomina politica.
Oppure, andrebbero eliminati i dipartimenti, perché gli uni (le consulenze)
sono la prova provata del fallimento degli altri (i dipartimenti) .... oppure
ancora, potremmo "moralizzare" sia le consulenze che i dipartimenti e
gli stipendi dei loro capi ........ che non sarebbe poi male in fin dei
conti. Moralizzare che significa? Una cosa molto semplice: un capo
dipartimento, così come un dirigente delle Asl o dell'Acquedotto lucano o
pugliese o umbro, o di una qualsiasi compartecipata pubblica svolge sicuramente
i ruoli di una struttura complessa. Dirigente di una struttura complessa,
ugualmente complessa, è però anche un primario medico, un direttore didattico,
un preside.
Gente che ha dovuto prima laurearsi in lauree specifiche e poi
superare un concorso per prendere stipendi che si aggirano tra i 3 mila e i 5
mila euro lordi al mese, meno della metà della contribuzione mensile che la
politica dà ai suoi capi burocrati che, essendo scelti dalla politica e non da
un concorso (e spesso non hanno nemmeno una laurea specifica), possono
ingenerare il dubbio che si sentano più dipendenti del politico che li ha
scelti che non dello Stato e men che mai dei cittadini che con le loro tasse
contribuiscono alle loro ampie parcelle mensili. Cliccate sul link sottostante
per leggere l'articolo in questione che, nel titolo, ci dà una dimensione
errata del rapporto royalties/estrazione/entrate dei petrolieri/compensazione
del territorio perché dà eccessivo rilievo alla somma di 14 anni e non al
totale di un anno di royalties e perché non ci dice:
1 - che i
petrolieri hanno guadagnato nel frattempo circa 3,5 miliardi di euro all'anno;
2 - che
per 14 anni questo guadagno dei petrolieri è di circa 49 miliardi di euro,
3 - a
quanto ammonteranno e chi li pagherà i costi della bonifica delle aree
estrattive;
4 - che
la filiera del petrolio è una filiera cancerogena. In California la legge
Proposition 65 obbliga le stesse compagnie minerarie a ricordarlo ogni 3 mesi
ai cittadini californiani con pubblicazioni sui media. Anche qui delle due
l'una: o il petrolio è cancerogeno solo per i californiani e non per i lucani o
in California c'è più trasparenza e correttezza che non in Basilicata e in
Italia.
Enzo
Palazzo
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallabasilicata_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=579442&IDCategoria=12#a_post_comments
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