Caso Englaro, nota dei GIOVANI DEMOCRATICI di Basilicata
Il
Decreto con il quale il Governo vieta la sospensione
dell'alimentazione ad Eluana
Englaro
è un fatto di una violenza raccapricciante che può
segnare una svolta (storica) in senso negativo della civiltà e
della legalità costituzionale del nostro Paese.
Tutta
questa vicenda meriterebbe silenzio, capacità di ascolto,
comprensione, riflessione. Invece si interviene a gamba tesa da
troppe parti.
Il
Governo pilatescamente scarica la responsabilità sul Capo
dello Stato e la Chiesa gli si scaglia contro per bocca di un suo
disumano ministro di culto.
Noi
Giovani Democratici non possiamo restare in silenzio di fronte a tale
inaudita violenza di pre-moderna memoria.
Siamo
pronti a qualsiasi critica ma questo per noi è un segnale di
profonda disgregazione dei valori che incardinano la nostra
Costituzione e di sgretolamento dei pilastri culturali e civili dello
Stato di diritto. Una cosa è il diritto portatore di una sola
concezione della vita e che si fa forte della spada dello Stato,
altra il diritto che guarda all'autonomia morale dei cittadini e
che si limita a regolare i punti di contatto tra le diverse sfere di
autonomia. La prima immagine ci lascia un'inquietudine profonda e
ci riporta a tempi di rapporti feroci tra gli esseri umani.
Ci
siamo sempre formati nell'esercizio alla democrazia e nella
convinzione che ogni verità assoluta, viepiù imposta
per legge, è una violenza di Stato. Di uno Stato etico.
L'Italia,
con questo atto, rassomiglia molto (e conosciamo il significato delle
parole) ad una repubblica fondamentalista islamica.
Ci
sentiamo straordinariamente vicini a quanto afferma ed impersona in
questo momento il capo dello Stato, rimasto l'unico strenuo
difensore della civiltà, legalità e mitezza
costituzionale proprie di un "moderno" Stato laico.
Il
Governo presta il fianco, l'attuale gerarchia ecclesiastica mostra
tutta la sua violenza e l'unico a fare, fino a questo punto, una
dichiarazione degna di un uomo di Stato è Gianfranco Fini.
È
visibile la rabbia con la quale denunciamo l'assordante silenzio
del Pd nazionale fin qui e la flebile difesa di queste ore, ed è
preoccupante continuare a costruire un partito con una classe
dirigente reclutata al Bagaglino e con una cultura dello Stato fatta
sulle parole crociate.
Giovanni
Casaletto
Segretario
regionale Giovani Democratici di Basilicata
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