Il Consigliere Regionale del PD, avv. Antonio Di
Sanza, interviene in merito al dibattito aperto dal quotidiano sul tema della cremazione e
sull'assenza di una legge regionale.
La cremazione è una pratica
seguita in tutto il mondo da molti milioni di persone. In Italia essa ha subito
un incremento notevole, a partire dal 1963, anno in cui la Chiesa
Cattolica ha abolito il
divieto di farsi cremare per i propri fedeli, così come è precisato nel canone
1176 del nuovo codice di diritto canonico.
In tutti questi anni lo Stato
è stato inerte, finché nel 2001 si è dotato di una legge, la n. 130, che
contiene "Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri".
Questa legge prevedeva che entro 6 mesi seguisse una modifica del regolamento
di polizia mortuaria che, in verità, non ha mai avuto luogo. Se alcune Regioni,
come la Lombardia,
il Piemonte e la Toscana hanno
provveduto a legiferare in merito, altre, come la nostra Regione, non hanno mai
ottemperato.
Già due anni fa, pertanto, mi
presi la briga di redigere insieme ai colleghi Flovilla e Vita una proposta di
legge regionale che andasse a disciplinare la materia. Un'iniziativa
legislativa che, però, come tante altre, è rimasta ferma in Commissione in
assenza di una volontà politica necessaria alla valutazione ed approvazione
della stessa.
L'utile ed apprezzabile invito
del collega Straziuso, apparso sulla stampa regionale e rivolto a tutti i
Consiglieri regionali affinché si impegnino a legiferare in materia, mi dà
l'occasione per riproporre quella iniziativa e sottoporla all'attenzione
dell'intera assise regionale.
Al momento non so se vi sono
altre proposte di legge giacenti sullo stesso tema, ma comunque quella
depositata dal sottoscritto e dai colleghi potrebbe essere un buon punto di
partenza per raggiungere un risultato condiviso e bipartisan.
In particolare, la proposta di legge affida la responsabilità alla
Regione di emanare gli indirizzi necessari per la realizzazione dei nuovi
crematori e riserva ai Comuni e alla Regione stessa l'obbligo di promuovere
l'informazione ai cittadini residenti nel proprio territorio sulle diverse
pratiche funerarie anche con riguardo agli aspetti economici. Gli odierni
cimiteri sono gigantesche ed ingombranti strutture, troppo spesso situati
all'interno dei paesi e delle città, di cui, un tempo, costituivano l'estrema
periferia.
La cremazione, invece, è una pratica igienica ed ecologica che permette
di ridurre considerevolmente gli spazi e i costi destinati ai defunti.
La legge si muove nel solco della disciplina dettata dallo Stato,
rimasta inattuata, volendo porre una maggiore attenzione nei confronti della
volontà del defunto, prevedendo che il soggetto affidatario delle ceneri o il
soggetto che provvederà alla dispersione possa essere indicato espressamente
attraverso la forma scritta, dal defunto stesso. La norma prevede che la
dispersione delle ceneri possa avvenire in aree a ciò destinate dei cimiteri,
in aree naturali appositamente individuate dai Comuni, dalle Province e dalle
Regioni, in aree private.
La legge prevede, inoltre, che la realizzazione di nuovi crematori sia
disciplinata nell'ambito del piano regionale di indirizzo territoriale e che i
Comuni e la Regione
favoriscano e promuovano l'informazione ai cittadini residenti nel proprio
territorio sulle diverse pratiche funerarie, anche con riguardo agli aspetti
economici. Inserisce, altresì, la possibilità che la Giunta regionale preveda incentivi agli stessi Comuni per la
realizzazione di crematori.
Antonio Di Sanza
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