No Scorie
Trisaia insiste: "Va chiuso il Pozzo Rivolta 001".
Dichiarazione
del vice presidente della Regione, Vincenzo Santochirico: "Cosi' la Regione difende il territorio" (14/08/2009).
Dip. Ambiente su presunte attività
estrattive nel Materano (14/08/2009).
Commissione
parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso
connesse. Seduta del 7 luglio 1998).
NO SCORIE
TRISAIA INSISTE: VA CHIUSO IL POZZO RIVOLTA 001, VISTO CHE LO STESSO ASSESSORE
SANTOCHIRICO OGGI AMMETTE IN UN COMUNICATO STAMPA CHE LA SUBSIDENZA PUO'
VERIFICARSI ED ESSERE UN PERICOLO NELLE AREE ESTRATTIVE DI GAS E PETROLIO. 17.08.2009
Nella evidente animosità con la quale Vincenzo
Santochirico oramai ribatte colpo su colpo a quelli che lui definisce nostri
allarmismi, lo stesso assessore ha finalmente ammesso la verità, forse perché
il suo subconscio faticava oramai a contenerla.
In merito alla querelle sul nuovo pozzo "Masseria
Morano 1", in agro di Policoro, ha infatti testualmente dichiarato, nella
nota emanata dal suo dipartimento il 14/08/2009 - ore 16 e 27 - che
il suddetto pozzo non "sarebbe pericoloso" in quanto è ancora un
pozzo esplorativo e non estrattivo, che ha una "distanza di sicurezza
di 4800 metri dai rifiuti radioattivi dell'Itrec della Trisaia di Rotondella"
e che "non può produrre rischi di subsidenza in quanto i fenomeni
di subsidenza sarebbero correlabili esclusivamente alla messa in
produzione del pozzo e quindi all'attività estrattiva vera e propria". Ci
dispiace farlo notare, ma l'assessore si contraddice e implicitamente risponde
al precedente comunicato stampa di No Scorie Trisaia, quello riguardante
il pozzo Rivolta 001 che è un pozzo estrattivo e posizionato a circa 200
metri (ripetiamo, duecento metri) dal centro nucleare Sogin di
Rotondella. In quella occasione, l'assessore di fatto non ha risposto alle
nostre preoccupazioni sui rischi di subsidenza nelle vicinanze di materiale
radioattivo stoccato alla Trisaia, limitandosi solamente a dichiarare che il
Rivolta 001 è una concessione data non dalla Regione ma dall'allora
Ministero dell'Industria del 1987. Per capirci meglio, noi gli abbiamo
chiesto di chiudere Rivolta 001 perché molto pericoloso vista la sua vicinanza
all'Itrec e lui ci ha risposto: "Non sono io ad aver dato la concessione,
ma il Ministero del 1987".Adesso che lo stesso assessore Santochirico ha
finalmente affermato che la subsidenza si può verificare intorno ai pozzi
estrattivi, Noscorie Trisaia torna a chiedere al Dipartimento Ambiente la
chiusura del pericoloso pozzo Rivolta 001 e la revoca della concessione del
pozzo Masseria Morano 1 che non viene trivellato da una multinazionale per
piantarci ombrelloni, per tranquillizzare la salute degli 80 mila cittadini del
Metapontino e la loro economia. Tra l'altro, il pozzo Rivolta 001 è nel
bel mezzo di un'area idrica molto ampia ed estesa e noi di Noscorie Trisaia non
siamo tanto convinti che le perforazioni in Basilicata avvengano come dichiara
l'assessore Santochirico, "con usuale tavola rotary e scalpello rotante".
Primo, perché pricipalmente come società perforante per
l'Eni, in Basilicata, lavora l'americana "Schlumberger
SpA", sulla cui storia societaria rimandiamo ad un interessante sito su
perforazioni, radioattività e sismicità a cura di uno dei maggiori ricercatori
mondiali sull'inquinamento petrolifero, http://dorsogna.blogspot.com/search?q=schlumberger; secondo, perché non
si capirebbe come mai attorno ai fanghi prodotti dalla compagnie estrattive ci
sia tutto un rigido regolamento di smaltimento; terzo, proprio perchè le
formule industriali delle sostanze chimiche per le estrazioni sono segrete e
non divulgate pubblicamente che ci preoccupano , vedi quanto emerso
nell'audizione del 7 luglio 1998 della commissione parlamentare di inchiesta
sul ciclo dei rifuti all'amministratore delegato dell'Eni Bernabè sulle trivellazioni
in Val d'Agri http://fr.camera.it/_dati/leg13/lavori/bollet/199807/0707/html/39/frame.htm.
La "Schlumberger SpA" per la cronaca ha già trivellato per la Gas
Plus il pozzo Filici 1 situato in agro di Tursi nella frazione di Pane Vino
sempre vicino all'abitato omonimo .Proprio a Panevino l'ex sindaco di Tursi
Caputo nel settembre 2006 cercò di avere (dopo anche le lamentele degli
abitanti della zona)un tavolo concertativo convocando i vertici della stessa
Gas Plus senza ottenere grossi risultati sul fronte ambientale-economico -fonte
http://www.tursitani.it/pdf_files/Tursitani-N.15-Sett-Ott-2006.pdf.
La
Regione Basilicata può ignorare tranquillamente le nostre preoccupazioni
ma non l'Itrec, le case ,gli agricoltori di Policoro e
sopratutto circa un decennio di trivellazioni .
SANTOCHIRICO: COSI' LA REGIONE
DIFENDE IL TERRITORIO [Basilicata]
Dichiarazione del vice presidente della Regione, Vincenzo Santochirico. 14/08/2009
16.57.43
Abbiamo
difeso l'integrità del Metapontino da concreti e reali tentativi diretti a
comprometterne lo stato e le potenzialità, sia che si trattasse di depositi di
scorie sia che si trattasse di estrazioni di petrolio in mare. Continueremo a
farlo. Ma il Metapontino va difeso oggi da chi propala false e deliranti
"notizie" su presunti inquinamenti, frane, contaminazioni e da chi,
senza alcuna verifica, ne da un ampio quanto immeritato risalto. Queste
deformazioni della realtà possono seriamente danneggiare la reputazione e
l'attrattività di un territorio e della sua economia. Chiunque si presta a
questo gioco al massacro è complice di chi tradisce e pregiudica gli interessi
della Basilicata. La Regione ha sempre anteposto la tutela dell'ambiente a ogni
altra esigenza, individuando soluzioni che coniugassero salvaguardia e
sviluppo, rapportando le misure alle effettive situazioni, nel rispetto della
legge, consolidando una giusta fama di affidabilità e trasparenza, che intende
conservare anche per contrastare seriamente ogni alibi che pretenda di
giustificare le illegittime espropriazioni di competenze istituzionali.
DIP. AMBIENTE SU PRESUNTE ATTIVITÀ
ESTRATTIVE NEL MATERANO14/08/2009 16.27.34 [Basilicata]
(AGR)
- In relazione ai contenuti di un comunicato su presunte attività estrattive
nel Materano, il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della
sostenibilità precisa che il "blitz di ferragosto", così come viene definito,
si riferisce in realtà ad un procedimento autorizzativo durato oltre 2 anni e
terminato lo scorso mese di luglio. L'istanza di Via (Valutazione di impatto
ambientale) è, infatti, datata 8 giugno 2007, mentre la richiesta di Intesa
Stato-Regione è stata inoltrata dall'Ufficio nazionale per gli idrocarburi e la
geotermia di Napoli in data 12 settembre 2007. La delibera di Via è stata
rilasciata solo a dicembre 2008 e per rilasciare l'intesa si è arrivati a
luglio 2009 proprio a seguito di una istruttoria approfondita e sedimentata. Il
procedimento di Via effettuato è relativo alla richiesta di "perforazione di un
sondaggio profondo di ricerca mediante trivellazione denominato "Pozzo Masseria
Morano 1".
Si tratta quindi un pozzo esplorativo, e non di produzione, finalizzato al
rinvenimento di gas metano.
Non sussiste nessuna lacuna nella richiesta di Via, in quanto il procedimento è
relativo solo a un pozzo esplorativo e non di produzione. Tant'è che nel dispositivo
della deliberazione si specifica che "la messa in produzione del pozzo Masseria
Morano 1 dir, nel caso lo stesso dovesse risultare produttivo, dovrà essere
sottoposta a nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale unitamente a
tutte le opere connesse necessarie alla messa in produzione del pozzo". Il
centro Itrec di Rotondella si trova a circa 4800 metri dal pozzo esplorativo
previsto: un sondaggio di ricerca, posto a tale distanza, non comporta
preoccupazione alcuna in quanto gli effetti legati alla vibrazioni indotte
dall'attività di perforazione si esauriscono a poche decine di metri di
distanza, mentre le problematiche connesse ad eventuali fenomeni di subsidenza
sarebbero astrattamente correlabili esclusivamente alla messa in produzione del
pozzo e quindi all'attività estrattiva vera e propria che, come già detto, sarà
oggetto di successiva, rigorosa valutazione di impatto ambientale (ciò
ovviamente vale anche per la presenza di abitazioni ). Dalla documentazione
tecnica fornita risulta che l'attività di perforazione sarà eseguita con usuale
tavola rotary e scalpello rotante e raggiungerà la profondità di circa 800
metri. Non è previsto l'uso di "sostanze chimiche per lo scioglimento della
crosta terrestre", così come paventato nel comunicato. In relazione alle
affermazioni sulle royalties, il problema non si pone semplicemente perché si
tratta, come già ribadito, di un pozzo esplorativo, e non di produzione. Per
quanto concerne il pozzo "Rivolta 001", come abbiamo già avuto modo di spiegare,
si tratta di un'attività risalente al 1987: il Dipartimento Ambiente,
Territorio e Politiche della sostenibilità non ha rilasciato alcuna
autorizzazione. Né risulta in attività. In conclusione, le affermazioni
contenute nel comunicato, come al solito, non trovano nessun riscontro
effettivo nella realtà.
Commissione
parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività ad esso
connesse - Resoconto di martedì 7 luglio 1998 - Pag. 108 - Martedì 7 luglio 1998. - Presidenza
del Presidente Massimo SCALIA.
La seduta
comincia alle 14. Sulla pubblicità dei
lavori.
Il
Presidente Massimo SCALIA avverte che, non essendovi obiezioni, l'odierna
seduta verrà ripresa mediante il sistema televisivo a circuito chiuso; avverte
inoltre che verrà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta.
Audizione del dottor Franco Bernabè,
amministratore delegato dell'ENI.
Il
Presidente Massimo SCALIA, espresso apprezzamento per l'impegno dell'ENI e
delle società collegate nel settore ambientale, ritiene che nell'odierna seduta
possano essere sottolineati alcuni aspetti relativi ad inchieste giudiziarie o
ad emergenze ambientali legate in qualche modo all'attività dell'ENI.
In relazione all'inchiesta sulle «morti bianche» di Porto Marghera, ricorda che
anche nei giorni scorsi si sono verificate emissioni fuori norma; circa gli
scarichi in laguna, dopo il sequestro dello SM15 e la scoperta di un altro
scarico mai denunciato, precisa che ogni anno sono stati riversati 47 mila
chili di metalli pesanti. A proposito dell'inchiesta del dottor Casson, osserva
che le difficoltà ambientali ora rilevate sono conosciute fin dal 1987.
Per quanto riguarda l'inchiesta sull'impianto di Paderno Dugnano, sembrerebbe
che la società Enirisorse abbia fittiziamente declassificato i rifiuti
provenienti dalla triturazione delle batterie per auto, inviandole in
discariche di prima o seconda categoria anzichè in quelle di livello superiore;
dall'inchiesta emerge che un'analoga attività è stata svolta nel centro di
Marcianise, collettore delle batterie per il centro-sud.
Rileva in seguito che, per i siti di Manfredonia e Brindisi, non risulta essere
stato ancora predisposto un piano per la messa in sicurezza o per la bonifica
delle aree interessate dalla presenza di caprolattame.
Precisa poi, riguardo alla Basilicata, che nei pozzi realizzati dall'AGIP per
le prospezioni in Val d'Agri - che hanno dato esito negativo - sono stati
smaltiti illecitamente rifiuti: alcuni di essi potrebbero provenire dalle
attività svolte su quel territorio per la realizzazione dei pozzi, con rifiuti
che presentano anche un contenuto radioattivo.
Sull'azienda del gruppo ENI operante a Pertusola Sud, osserva che i rifiuti
pericolosi sono finiti in discariche abusive o in discariche non adeguate, come
è stato
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