Elezioni CSM: voto di voto di scambio?
Il 4 e 5 luglio i magistrati eleggeranno i 16
rappresentanti togati in seno al Consiglio Superiore della Magistratura, quel
cosiddetto organo di autogoverno dei magistrati che esprime ipso-iure il
concetto di conflitto d'interessi. I magistrati che sono chiamati a controllare
(e sanzionare) l'operato dei magistrati costituiscono i due terzi del Consiglio,
vengono eletti dai magistrati con un sistema (da poco riformato) che nella
sostanza è "pilotato" dalle correnti che già governano dell'Associazione
Nazionale Magistrati.
Poco
cambia se la recente "riforma elettorale", approvata
dal Parlamento Italiano in materia di CSM, consente anche a magistrati
indipendenti di competere. Gli eletti saranno i soliti "designati", si
accettano scommesse. Tuttavia non bisogna ignorare che sei intrepidi
togati
abbiano esposto facce e programmi. Timidamente. Forse troppo.
Milena Balsamo (Giudice
del
Tribunale di Pisa), che può essere votata fra i giudicanti; Salvatore
Cantàro (Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello
di
Roma), che può essere votato fra i pubblici ministeri; Fernanda
Cervetti (Consigliere della Corte di Appello di Torino) che può
essere
votata fra i giudicanti; Edoardo Cilenti (Consigliere della
Corte di Appello di Napoli - Sezione Lavoro), che può essere votato fra i
giudicanti; Si sono aggiuntiPaolo Corder e Carlo Fucci,
che appartengono ad una corrente (Unità per la Costituzione) e non
avendo
ottenuto la candidatura "intra-menia" hanno optato per l'indipendenza
(temporanea).
Il dato più rilevante
è un altro, non si riesce a
conoscere i nomi dei candidati dalle "correnti". O, perlomeno, non è
semplice
ai non addetti ai lavori. Già questo potrebbe essere un servizio reso
dai
candidati indipendenti alla cittadinanza italiana che viene tenuta
"fuori"
dalla vicenda elettorale come se la composizione del CSM fosse una
questione
privata fra magistrati. Non è così, ovviamente, come si comprende da
poche
considerazioni. Supponiamo che un magistrato che sta indagando su altri
magistrati (ex art. 11 C.P.P.) sia candidato per la "quota P.M.". I suoi
indagati, esprimendosi attraverso il voto, sono del tutto liberi o
avvertono un
qualche condizionamento? Se il primo nella sezione dove votano i secondi
non
dovesse vedersi riconosciuto alcun voto, sarebbe del tutto sereno quando
tornerà alle suo lavoro di PM? Un ultimo esempio. Se un magistrato PM si
occupa
di alcune decine di procedimenti penali che vedono denunciati altri
magistrati
(sempre i soliti due o tre) ben identificati e, invece che iscriverli
nel
registro degli indagati, procede contro ignoti; credete davvero che quei
soliti
(ed i loro amici e sodali) possano votare serenamente per un diverso
candidato
al CSM? Ebbene sarebbe molto più semplice (ed anche doveroso) che si
conoscessero gli aspiranti Consiglieri Superiori affinché si potesse
spiegare
agli italiani che la pratica del voto di scambio non è prerogativa della
bistrattata politica ma di ogni circostanza in cui l'espressione della
volontà
personale determina posizionamenti redditizi e fondamentali nell'ambito
della
Res Pubblica. Ovviamente, pur non potendo svolgere il tema in termini
preventivi, nulla impedirà di effettuare le considerazioni a consuntivo.
Almeno
gli eletti dovranno pur essere noti, prima o poi!
da http://toghelucane.blogspot.com/2010/07/elezioni-csm-voto-di-scambio.html
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