Federazione
Lavoratori della Conoscenza di Matera
Desta
sconcerto la nota diramata da Cisl, Uil, Snals e Gilda di Basilicata in merito all'iniziativa referendaria promossa dalla FLC
CGIL di Matera, con la quale si
utilizzano strumentalmente fasulle argomentazioni giuridiche per
mascherare la responsabilità politica e sindacale di aver firmato un contratto
"da fame" ed impedire ai lavoratori di esprimere il proprio dissenso.
A
questi improvvisati ed estemporanei esegeti dello statuto della Cgil e della L.
300/70 (Statuto dei lavoratori), facciamo osservare che il richiamo a dette
norme è destituito di qualsivoglia fondamento giuridico e che l'iniziativa
contestata rientra a pieno titolo nel normale esercizio delle prerogative di
un'organizzazione sindacale rappresentativa del comparto.
Nessuna
norma legislativa e/o contrattuale impedisce la consultazione dei lavoratori in
ordine ai contenuti di un accordo contrattuale sottoscritto a livello
nazionale.
Tale orientamento è stato condiviso da
tutte le Direzioni scolastiche regionali, compresa quella della Basilicata, che
nella nota n. 246 del 16 gennaio scorso ha invitato i Dirigenti scolastici a
favorire lo svolgimento della consultazione referendaria.
Anche
la Direzione scolastica del Lazio, che aveva sospeso una precedente
comunicazione in cui si accoglieva la richiesta della Flc Cgil al fine di "verificarne
le compatibilità di legge", ha dovuto riconoscere che "a seguito delle
verifiche effettuate, la Flc Cgil ha naturalmente titolo ad effettuare
assemblee sindacali e che la consultazione in questione possa
essere effettuata ai sensi dell'art. 21 della L. 300/70".
Risulta
poi incomprensibile la posizione di Cisl e Uil Scuola. Mentre non ci stupisce
affatto il comportamento del cosiddetto sindacato "autonomo", da sempre poco
incline alla pratica della democrazia sindacale, sorprende che a sostenere
l'illegittimità della consultazione referendaria siano proprio Cisl e Uil, con
le quali abbiamo, nel corso del 2007, promosso e portato a termine ben due
consultazioni referendarie: una sul Protocollo sul Welfare e l'altra proprio
sull'ipotesi del CCNL 2006-09.
In realtà le argomentazioni
pseudo-giuridiche di qualche "azzeccagarbugli" nascondono una profonda
difficoltà politica, che è quella di giustificare la sottoscrizione di un
contratto che impoverisce le retribuzioni dei lavoratori della scuola, con una
diminuzione del 32% degli incrementi ottenuti con il contratto precedente,
riduce le risorse del Fondo di Istituto, legittima le crociate antipubbliche
del ministro Brunetta, apre pericolosamente la strada ad un complessivo
indebolimento dello strumento contrattuale.
E
nascondono anche un malcelato "nervosismo" per l'ampia
partecipazione ed il significativo riscontro che la nostra iniziativa sta
registrando tra i lavoratori della scuola, in provincia di Matera e su tutto il territorio nazionale.
A noi la democrazia non
spaventa. Anzi, riteniamo, proprio in virtù delle nostre regole
statutarie, che essa vada affermata e ricercata costantemente nella pratica
sindacale, confidando nell'intelligenza e nella libera scelta dei lavoratori,
che potranno autonomamente decidere se aderire o meno alla nostra iniziativa e
se pronunciarsi a favore o contro i contenuti del contratto.
Pertanto,
invitiamo i Dirigenti scolastici ad attenersi scrupolosamente alla Nota n. 246
del 16 gennaio 2009 della Direzione
scolastica regionale che ad ogni buon fine si allega alla presente per consentire
lo svolgimento della consultazione referendaria, pienamente legittima, ed invitiamo tutti i lavoratori della
scuola, al di là delle rispettive appartenenze, a partecipare al voto, nel
pieno, incondizionato e democratico diritto ad esprimere la propria opinione.
IL SEGRETARIO GENERALE Eustachio Nicoletti
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