Greenpeace
rilancia la questione nucleare in Basilicata ed in Italia
Una
quindicina di attivisti di Greenpeace hanno trasformato in un parco giochi uno
dei tre pozzi di salgemma che, nel 2003, il Governo aveva intenzione di
utilizzare per realizzare il sito unico nazionale delle
scorie nucleari. Gli attivisti - uno spagnolo e numerosi italiani - hanno
chiuso con del cemento tre pozzi: su uno hanno posato alcuni mattoni di cemento
e vi hanno accostato uno scivolo e un'altalena. Intorno vi sono degli striscioni
sui quali vi sono le frasi "stop alla follia nucleare", "meglio
attivi che radioattivi", "niente scorie a Scanzano Jonico" e
"non giochiamo con il futuro dei nostri figli".
I
pozzi di salgemma si trovano in località "Terzo Cavone" di Scanzano
Jonico, al centro di un'area che ha pregiate colture agricole, circostanza che
fu decisiva per innescare e sostenere la protesta attuata nel 2003. Il decreto
che individuava l'area di Scanzano per il sito delle scorie radioattive fu
approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 novembre 2003 e provocò subito
polemiche dal momento che vi fu chi sostenne che alcune autorità locali non
potevano non conoscere le intenzioni del Governo. Il 15 novembre la protesta
cominciò a prendere corpo, anche con blocchi sulla strada statale 106 Jonica,
che collega Calabria e Puglia attraversando la Basilicata. Poi i blocchi si
fecero duri e interessarono anche la linea delle Ferrovie dello Stato: il 23
novembre - anniversario del terremoto che nel 1980 fece migliaia di vittime fra
Campania e Basilicata - centomila persone sfilarono in corteo da Policoro a
Scanzano chiedendo il ritiro del decreto.
L'obiettivo
della protesta fu raggiunto il 27 novembre, quando il Consiglio dei Ministri
approvò un emendamento al decreto sulle scorie nucleari, togliendo il nome di
Scanzano Jonico dal provvedimento.
(ANSA)
Azione
anti-nucleare a Scanzano Jonico -
21/04/2009 09.13.03 [Scorie nucleari a Scanzano]
La
strategia di riapertura ufficiale della "questione nucleare" in Italia
e non più nel segreto dei laboratori paramilitari dove si era voluta confinare
dopo il referendum, inizia con il Decreto Scanzano J.co del 2003 e continua, imperturbata,
sino ai nostri giorni passando e potenziandosi tra i diversi governi
succedutesi nel Bel Paese!
Non
dimentichiamo, infatti, il passaggio di testimone che Prodi fece a Berlusconi,
organizzandogli il "segreto militare" sugli insediamenti tipo il
nostro sito. I provvedimenti attuali li conosciamo e la strategia di
manipolazione del consenso pure! Non si contano le trasmissioni televisive e
radiofoniche dove vengono fatti
passare messaggi tendenti ad "anestetizzare" la percezione del rischio
nucleare, così da illudersi ad un ritorno condiviso alla produzione energetica
dall'atomo. Le proteste dei cittadini non passano o al limite vengono descritte
come le manifestazioni dei soliti facinorosi che non ragionano ... e si
meritano l'esercito o i manganelli! La ragione di Stato, innanzi tutto! Non si può, per l'egoismo di quattro
abitanti, andare contro il
sacro interesse collettivo nazionale!
RIPETIAMO
E RIBADIAMO, MAI STANCHI DAL 13 NOVEMBRE 2003, NO AL SITO UNICO, L'ITALIA NON
NE HA BISOGNO! - I RIFIUTI VANNO MESSI IN SICUREZZA URGENTEMENTE, LI' DOVE SONO
STATI PRODOTTI O, QUANTO MENO, TRA LE STESSE COMUNITA'! E' FOLLE PENSARE DI
TRASPORTARLI DA UN SITO ALL'ALTRO ED E' FOLLE PENSARE CHE CI SIANO NUOVE
COMUNITA', STUPIDE O INCOSCIENTI VERSO I PROPRI FIGLI, CHE POSSANO ACCETTARLI
IN MODO "INDOLORE".
La
Basilicata ha già contribuito, in termini di ospitalità "nucleare" e tanto
basta ed avanza ...
GRAZIE
GREENPEACE!
Per
saperne di più e direttamente dalla fonte:
http://www.greenpeace.org/italy/news/anti_nuke_scanzano
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