Il CineClub De Sica presenta il Vulture a
Giovinazzo
Giovinazzo -
L'invito è giunto dall'associazione
"Comunicaria - Liberi di comunicare" della cittadina costiera a nord di
Bari. Il sindaco di Giovinazzo, Antonello
Natalicchio, e l'assessore alla cultura, Carolina Serrone, hanno patrocinato l'iniziativa di presentare
l'area del Vulture ai propri cittadini. Un'idea realizzata sull'onda della
capillare attività svolta dal CineClub
Vittorio De Sica - Cinit di candidare l'area di Monticchio, con il suo
patrimonio floro-faunistico e gli importanti siti storici e monumentali quali l'Abbazia
di San Michele, per il riconoscimento dell'Unesco, patrimonio dell'umanità. Presentato
e sollecitato dal giornalista Mino Ciocia di Comunicaria, Armando Lostaglio, in qualità di responsabile del De Sica, ha
parlato ai numerosi associati e cittadini delle vaste risorse storiche ed
ambientali del territorio a nord della Basilicata, che fa del Vulture "vedetta"
privilegiata e di Monticchio un punto di forza.
La proposta
Unesco, ricordiamo, è stata espressa alla 65^ Mostra del Cinema di Venezia a
settembre scorso dal Cineclub Cinit
Vittorio De Sica, con la visione del documentario VULTOUR - le tracce
del sacro, scritto dallo stesso Lostaglio con Mimmo Nucera (giornalista del
Corriere della Sera) e dal regista Fulvio Wetzl che lo ha anche diretto.
Nel contempo,
diversi esponenti politici hanno avallato il progetto, a partire dal presidente
della Giunta regionale Vito De Filippo, del Consiglio regionale Prospero De
Franchi, l'assessore alla cultura Antonio Autilio (presente con Lostaglio alla
Mostra di Venezia), l‘assessore provinciale Giuseppe Telesca, il presidente del
Pit Tonio Bufano.
Più di
recente anche l'on. Donato Lamorte e il vice-presidente del consiglio regionale
del Piemonte, Roberto Placido, hanno aderito alla proposta, mentre su Facebook
sono circa 1300 le adesioni che giungono sul sito promosso da un associato del
CineClub, Armando Bronzi.
Il sindaco
di Rionero Antonio Placido ha inviato al sindaco di Giovinazzo, mediante
Lostaglio, un messaggio di saluto con l'invito ad un'azione comune volta ad una
più proficua visibilità culturale dei luoghi.
Il
dibattito presso l'associazione Comunicaria è stato imperniato in particolare
sul fascino del luogo, non a tutti noto, e quindi sulle proposte di candidatura
per l'Unesco. Molto interesse ha suscitato fra gli associati. L'Abbazia di San
Michele e Monticchio rispondono pienamente a quelle ipotesi internazionali
dell'Unesco, che prevedono, fra le altre, la testimonianza di una considerevole
evoluzione culturale sia in campo archeologico sia architettonico, artistico e
paesaggistico. L'area lacustre offre un esempio eminente di costruzione
architettonica, con la secolare Abbazia, con il paesaggio che pure illustra
fasi controverse della storia umana: il luogo rimane un esempio eminente dell'interazione
umana con l'ambiente. Inoltre, rappresenta (in linea con le ipotesi) fenomeni
naturali e atmosfere di una bellezza e di una importanza estetica eccezionale; è
uno degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza
della vita e dei processi geologici. Monticchio è uno degli esempi eminenti dei
processi ecologici e biologici in corso nell'evoluzione dell'ecosistema.
Infine, contiene gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per
la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un
particolare valore universale, eccezionale dal punto di vista della scienza e
della conservazione. Il recente insediamento del Museo di Storia Naturale nei primi
piani dell'Abbazia di San Michele testimonia proprio tale unicità. La presenza
della Bramea europea, con il Lago Grande oggetto di studio da parte da parte
dei paleoclimatologi dell'università di Bonn, integrano un quadro di assoluta
specificità e ricchezza del luogo.
Elementi
dunque di esclusiva preminenza che Monticchio può vantare, anche in funzione di
una ricaduta che coinvolga altri importanti luoghi circostanti come il
Santuario di Ripacandida, l'abbazia della Madonna di Pierno, la storia di Melfi
di Rapolla e di Venosa e la maestosa cattedrale di Acerenza. Tutte peculiarità che
a Giovinazzo hanno fatto fortemente presa, e che promettono nuove e più
diversificate visite a Monticchio e nell'area, vista con sguardi certamente ben
più incentivati.
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