Comitato
NTN (Nessuno Tocchi Nello Rega) su agguato al giornalista
Il comitato NTN (Nessuno Tocchi Nello Rega), esprime
solidarietà al giornalista Nello Rega per l'agguato subito la notte tra il 6 e
7 gennaio. Un agguato che solo grazie alla sua pronta reazione non ha avuto gli
esiti sperati da chi l'ha messo in atto.
Come Rega ha raccontato, i proiettili che sino ad ora hanno viaggiato
per posta, hanno cominciato a essere esplosi con mezzi appropriati. Un segnale
che fa intendere come si è passati dalla strategia intimidatoria, alla fase
esecutiva delle minacce. Minacce che perseguitano il giornalista da diverso
tempo e che sarebbero legate alla pubblicazione del Libro Diversi e divisi-
diario di una convivenza con l'Islam, di cui è autore.
Di questo Rega si è
sempre detto certo poiché le prime pallottole gli sono state recapitate insieme
alla copertina dello stesso. Nel testo, pur senza critiche ad altri usi e
costumi, attraverso una storia personale, si racconta della difficile
convivenza tra cristiani e musulmani. Di qui l'irritazione di alcuni estremisti
islamici, al punto da emettere una sentenza di morte nei suoi confronti. Sino a
ieri le ripetute intimidazioni non erano bastate a convincere chi preposto,
all'assegnazione di una vera scorta. Scorta che questo comitato ha sollecitato
attraverso la raccolta firme, e alcuni parlamentari con interrogazioni al ministro
Maroni. Ora, dopo l'ultimo episodio, il Comitato per l'ordine e la sicurezza
pubblica ha deciso le misure di tutela. Per fortuna non è troppo tardi, e di
ciò ci rallegriamo. Vorremmo ora capire, facendo nostre le parole del direttore
di Televideo Rai, Antonio Bagnardi, nel suo "fiducioso appello" al
ministro Maroni -"Non bastano mesi e mesi di intimidazioni e ora il
tentativo di uccidere?", così come quelle del segretario Usigrai Carlo
Verna: "Ho appreso con stupore che dopo la denuncia dell'ultimo episodio, quello in
cui ha rischiato la vita, all'alba è stato fatto tornare a casa da solo
con il fratello"-
le ragioni che hanno ritardato il provvedimento.
Ci rifiutiamo di pensare che
risiedano nei dubbi sulla provenienza delle minacce. Capire se esse sono legate al testo e
proveniente da estremisti islamici, oppure da altri ambienti e per altri
motivi, è cosa non meno importante che però non può, da sola, bastare. Ecco che
allora trova spazio un nostro dubbio: si è data per buona l'ipotesi che il
tutto rientrasse in una strategia pubblicitaria. Lo diciamo perché troppe volte
il comitato -Rega lo sa-, se lo è sentito dire sia da quanti hanno sottoscritto
l'appello, sia da chi, invece, proprio perché convinto in tal senso, la firma ha negato. E' questa la vera ragione? Finché
nulla sarà provato, si dovrà riflettere sul rischio al quale Rega è stato
esposto e assumersene le responsabilità. Non meno responsabilità grava in capo
a chi, malauguratamente, si fosse reso protagonista di un simile procurato
allarme. La speranza è che si assicurino alla giustizia i veri responsabili
mettendo fine alla vicenda. Specie in questa terra dove, in troppe storie,
manca la parola "fine".
|