IL MIO POTENZA
- PER UNA NUOVA STAGIONE
Noi
ci siamo e ci auguriamo di esserci sempre, nel bene e nel male. Noi amiamo
Potenza, la città, le sue sfaccettature, i suoi particolari e vorremmo renderla
più vivibile, più bella, più accattivante. Non è tifo da Curva, è solo il
desiderio vivo di un gruppo di amici che intende fare qualcosa di nuovo di più
propositivo nell'interesse della qualità della vita nel Capoluogo. C'è
dibattito, acceso, vivo, dinamico all'interno dell'associazione il mio Potenza.
Ci sono opinioni, per forza, diverse su
come organizzare o meno un evento, ma alla fine come in tutte le democrazie
vince chi ottiene la maggioranza dei consensi. Ci sono uomini e vorremmo anche
donne, ma purtroppo ancora oggi nessuna ci ha onorato della sua presenza, in
grado di "inventarsi" nuovi scenari, di accendere il grande serbatoio delle
idee. Siamo aperti a tutti a parte che
si giochi a carte scoperte, senza bluff, senza taroccamenti.
Opinioni diverse,
ma un comune denominatore: l'amore per il rosso ed il blù. Per tutte le
squadre: dal calcio al tennis tavolo che
portano in alto il nome di Potenza, senza classifiche, senza pregiudizi, senza
preclusioni per nessuno. A patto,
ripetiamo, che si giochi in
maniera corretta, senza inganni. In questo momento, come è giusto che sia,
l'attenzione è particolarmente concentrata sulla vicenda calcistica del
Capoluogo. Le notizie che girano, attinte dai giornali e non solo, ci sembrano
particolarmente cattive. Non sappiamo
se, chi e in che modo si accollerà l'immane fardello di un calcio che sembra in
uno stato di come irreversibile. Di fronte a questo scenario che continua a
perpetrasi con cadenza quinquennale, ci
troviamo impreparati. Il miracolo (ma Dio ha altro a cui pensare), ci sembra forse
l'unica alternativa. Ma oggi, con la crisi dominante, senza tornaconti, in un
calcio che diventa sempre più affare dai risvolti indecifrabili, non crediamo
(saremmo felici di essere smentiti) ci sia qualcuno disposto a sacrificarsi per
il gusto di disputare un campionato di seconda divisione.
Siamo sconcertati,
amareggiati e delusi, questa è la verità. Lo fossimo stato allo stesso modo se
fosse capitato alla maggiore squadra di pallacanestro e alla ultima delle
squadre di calcio della nostra città. Il Potenza però è diverso, è espressione di
un popolo, è aggregazione, è dibattito. Non sappiamo, se calerà il
sipario, di cosa parleremo il prossimo
anno, magari della serie B, dello spareggio di Bari, fatti letti e riletti,
triti e ritriti che specialmente ai giovani importa meno di un film della serie
Bonanza. Il desiderio sarebbe quello di ritrovarci al Viviani, in seconda
divisione, o in prima categoria non ha importanza. Se si pongono le basi, se si
traccia un percorso credibile, se chi deciderà di dare vita ad una nuova fase
calcistica del capoluogo, vorrò interloquire con noi, vorrà programmare senza
furbizie, senza doppi fini, ma solo nell'interesse della nostra città, saremmo
felici di adoperarci. Ma vogliamo vederci chiaro, vogliamo capire con chi e in
che direzione si è disposti a viaggiare. Abbiamo avuto contatti con gente che
vorrebbe iniziare un nuovo percorso, costringendo la platea potentina
per qualche stagione a spettacoli meno pirotecnici rispetto a quelli del terzo
o del quarto torneo più importante,
potrebbe anche questa essere una se non l'unica strada percorribile. Ma noi non
vogliamo forzare la mano, vogliamo essere soggetti attivi e attenti alle
evoluzioni o alle involuzioni. Attendiamo per poi intervenire, sempre se
qualcuno ci convocherà, o si ricorderà di noi. Certo il tempo è tiranno, le
lancette dell'orologio battono inesorabili l'ora delle grandi e piccole
decisioni, noi attendiamo convinti di potere recitare un ruolo di garante
nell'interesse dei nostri tifosi e della città.
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