Franco Stella sulla detenzione in India Angelo
Falcone, il giovane di Rotondella che sta vivendo la sua odissea giudiziaria:"Io, come
cittadino privato, e, come presidente della Provincia di Matera, sono in prima
linea con il padre Giovanni, a lottare per il rispetto dei diritti umani
violati"
Matera,13
agosto 2009 - Ieri a Rotondella, durante un incontro a sostegno della
scarcerazione di Angelo Falcone, il
presidente della Provincia di Matera Franco
Stella ha ribadito l'urgenza di attivarsi per riportare il prima possibile
Angelo nella sua Basilicata.
"Angelo
è detenuto in India, insieme a un amico italiano, da oltre due anni. Dal 9
marzo 2007 - ha ricordato il presidente Stella - una accusa infamante di
narcotraffico ha cancellato ogni suo diritto, umano e civile. Dal carcere di
Amndi nello stato dell'Himachal Pradesh, nell'area nord dell'India, il 24
agosto 2008, dopo una condanna al carcere duro per ben 10 anni, è stato
trasferito nel carcere di Nahan. Qui, dal mese di ottobre, anche in violazione
della Convenzione di Vienna, non permettono a nessuno di avere contatti telefonici
con lui. Il padre di Angelo, insieme all'onorevole Elisabetta Zamparutti, che ringrazio per il suo generoso sostegno,
è riuscito lo scorso 25 e 26 aprile a incontrarlo. Ma da allora, comunque,
continuano a essere negati i contatti telefonici. Un vero e proprio caso di
violazione dei principali diritti umani che ha spinto il padre di Angelo, Giovanni, a proclamare,
lo scorso 3 giugno, il suo terzo sciopero della fame."
"Una
storia di kafkiana memoria e di inaudita barbarie, che reclama - ha sottolineato
Stella - la presa di coscienza immediata e pragmatica di tutte le forze
istituzionali e sociali, della collettività intera. Non dobbiamo lasciare
Angelo in quella prigione un solo giorno di più. La Costituzione italiana,
insieme alle Leggi e alle Convenzioni internazionali che regolano la materia
dei diritti umani e civili, ci impongono di risolvere definitivamente la
questione. Il rispetto e la dignità, come l'onore e la libertà, sono beni che
vanno tutelati e difesi. Sulla vicenda è sceso un silenzio assordante che non
possiamo più tollerare, come istituzioni e come cittadini, perché questo è un
problema che non ha colorazioni politiche e che pretende una mobilitazione
collettiva. Infatti, la solidarietà oggi deve essere totale.
Noi
a livello provinciale ci siamo impegnati, e lo faremo ancora, al fianco di
Angelo e alla sua famiglia. Reputo di fondamentale importanza che ognuno, nella
propria veste di cittadino, debba esprimere ad alta voce e con energia il
sostegno ad Angelo e lo sdegno per l'indifferenza che ha contraddistinto la
vicenda. Dobbiamo attivare tavoli istituzionali che diano forza alle azioni che
Giovanni Falcone ha intrapreso e
intraprenderà. Credo che il lavoro fatto da tutti debba dare forza all'impegno
del Governo. Ritengo, infatti, che non sia remota la possibilità che sia stato
compiuto un abuso e ad andarci di mezzo sono stati due giovani che erano in
vacanza. La verità oggi ci sfugge e dobbiamo fare chiarezza per restituire
dignità alla famiglia Falcone. Intanto, noi saremo tutti con Giovanni, quando
nei prossimi giorni partirà insieme alla moglie e alla figlia nel viaggio che,
speriamo, sia il preludio per la liberazione di Angelo."
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