"Teorema dell'essenza" è il nuovo testo teatrale scritto da Vincenzo Maida e che verrà
rappresentato nel corso dell'estate dall 'HermesTeatroLaboratorio di Emilia
Fortunato, nell'ambito del Progetto " Le terre di mezzo" che rientra nel programma delle "Culture in Loco", Pit del Metapontino,
dell'Assessorato Regionale di Basilicata
alla Formazione alla Cultura al Lavoro ed allo Sport, diretto da Carlo
Chiurazzi. Il progetto si avvale altresì della collaborazione dell'attore materano
Domenico Fortunato nella fase formativa e della società Altrimedia srl di
Matera che oltre a curare la pubblicazione del testo, si occupa della grafica e
del marketig pubblicitario.Lo spettacolo, itinerante,
privilegerà i siti archeologici ( Tempio di Apollo Licio a Metaponto- Heraclea-Termitito-
ecc...) ma è stato proposto a tutti i comuni del PIT del Metapontino. Ambientato nel
VI secolo a.C. a Metaponto, dove Pitagora visse gli ultimi anni della sua
esistenza, ricostruisce, drammatizzandolo
il rapporto del Maestro con un suo allievo, Hippasos, che aveva trasgredito le
regole interne alla scuola pitagorica ed al quale si attribuisce la scoperta dei
numeri irrazionali."Dedicare
un'opera teatrale a Pitagora - ha scritto il giornalista-scrittore Marcello Veneziani già componente del consiglio di amministrazione
della RAI, nell'introduzione al testo - è innanzitutto un riconoscimento
importante per le radici del pensiero filosofico e matematico, attraverso colui
che fu definito "duce e padre della divina filosofia" e fu considerato
un Dio, un Demone o un Uomo divino... fondatore di una scuola che ebbe un ruolo
civile nel suo tempo, suscitando passioni e ostilità, che riverberano nei
dialoghi e nelle vicende narrate in quest'opera teatrale; perchè la scuola
pitagorica fu simile ad un odierno think tank, una fondazione influente, un
laboratorio per il governo della città. Pitagora - continua Veneziani - è un
ponte fra le dottrine venute dall'Oriente e i saperi iniziatici mediterranei...
Maida accenna a questi mondi e a questi saperi e si sofferma anche sulle
ambigue spiegazioni del celebre divieto pitagorico di mangiare carne ma anche
fave, nei cui baccelli si celerebbero le anime dei morti. Nelle immagini di
Maida incontriamo Pitagora con le sue vesti bianche, tra colonne doriche, statue
di dei e fuochi sparsi, circondato da allievi, famigliari e servi, riempire la
scena non solo attraverso una presenza fisica ma anche mediante un'assenza che
rimanda ad una più sostanziale anche se invisibile presenza metafisica. E lo
vediamo al suo estremo congedo. Maida ricostruisce un'intensa cerimonia d'addio
che è anche un testamento essenziale del sapiente che sorride infine alla morte
e ricorda che "la durata della vita non supera quella di un pensiero". Nel
Teorema dell'essenza di Maida si avverte l'incanto del luogo, la cornice
terrena in cui agisce il sapiente e il contesto sociale, le rivolte, le
tragedie e l'esilio, la terra in cui comandano le madri, e in cui Pitagora
esercita "l'arte del ricordo", risveglio dell'anima, da cui prenderà
le mosse la dottrina della reminiscenza platonica. In fondo, l'unica
possibilità - conclude Veneziani - di salvezza per una civiltà spenta e
smemorata, che non riconosce maestri e si vergogna di se stessa e delle sue
origini, è quella di attingere al triplice amore sussurrato in questi dialoghi
per la patria terrestre, la patria celeste e per il pensiero che le congiunge,
traghettando la vita terrena là dove l'uomo s'eterna"."In una società come quella contemporanea- ha
continuato il sociologo Antonio Panico,
direttore della sede di Taranto dell'Università LUMSA - nella quale vige il
regime della "deregulation" in tutti i campi dell'agire, la regola di vita
proposta da Pitagora ai suoi discepoli sembrerebbe richiamare l'importanza del
rispetto delle norme quale orizzonte di riferimento imprescindibile nel
tentativo del raggiungimento di un qualsiasi risultato significativo. L'imposizione ai suoi discenti del segreto
sulle questioni studiate insieme, può essere un suggerimento utile per ogni
ricercatore in un momento nel quale troppo spesso insignificanti progressi per
la scienza vengono urlati al mondo quasi fossero scoperte risolutive per le
sorti del globo terrestre. Pitagora
oggi sarebbe etichettato quale antipatico anticonformista e probabilmente i
suoi studi sarebbero boicottati Vincenzo Maida non trascura l'opportunità di
presentare interessanti tratti della quotidianità
che fu in queste terre dall'antico splendore nel tentativo di indurre lo
spettatore ad interrogarsi sui grandi temi esistenziali seguendo la sottile
vena ironica dalla quale il testo è pervaso nella sua interezza."
E' il settimo lavoro teatrale
dell'autore montalbanese realizzato in sinergia con l'HermesTeatroLaboratorio
di Matera: Rachele Cassano 1799, Preti e Briganti, Una terra nell'anima, La Castellana, Scorie e Cicorie show
e Il Campanello d'oro sono i lavori già rappresentati con successo negli anni
scorsi in tante piazza durante il periodo estivo. Lo spettacolo "TEOREMA DELL'ESSENZA", è suggestivo in quanto ricco di spunti comici, come
vuole la tradizione della civiltà greca occidentale, di costumi, di effetti scenici, sonori e lo
si assorbe d'un fiato.
Relazioni Esterne HermesteatroLaboratorio
|