Emerge un generale bisogno radicato
e forte di cambiamento, perciò anche e soprattutto del modo di fare politica a
tutti i livelli, credo ben interpretato dal nuovo Partito Democratico e dal
leader Walter Veltroni, alla decisiva prova elettorale ormai prossima.
Il
rispetto di codici di comportamento e di regole chiare, tuttavia, implica che tale
appuntamento debba essere affrontato anche dall'intero partito tursitano con il
massimo possibile della coesione e del coinvolgimento, nel rispetto delle
idealità e dei valori esistenti attualmente all'interno, ma senza tentennamenti
e senza disattendere aspettative, impegni e accordi legittimi. Dunque, occorre
fugare alcune incomprensioni evidenti e talune confusioni tuttora persistenti. E
questo è ancora più vero e necessario nell'organizzazione di partito e nelle sedi
istituzionali, ovvero nei metodi gestionali della cosa pubblica, dove è
necessaria una prassi amministrativa che non privi gli eletti della reale capacità
di incidere sugli indirizzi e sulle scelte politiche.
Insomma, tutti i
consiglieri comunali, nessuno escluso, devono essere capillarmente informati e
coinvolti di quanto accade nell'ente, per restituire a ciascuno la piena
dignità partecipativa e per meglio rispondere alle aspettative della comunità e
degli elettori. Né può essere un alibi, la mancata strutturazione organizzativa
del partito locale, in attesa che si definisca il massimo livello politico,
dopo le recenti elezioni del direttivo tursitano.
A maggior ragione dopo la
soluzione, ritengo provvisoria, della recente crisi politico-amministrativa,
conclusasi con l'esclusione e non con
"l'auspicato" ridimensionamento dalla Giunta degli ex alleati già dell'Udeur,
con i quali bisogna ritornare a intendersi da subito, fermo restando la loro
collocazione nel centro-sinistra.
Di conseguenza, diventa inaccettabile
l'impressione, ma è qualcosa di più, che dentro il PD, si continuino a
praticare logiche che sembrano verticistiche, superate e non lungimiranti, quasi
tendenti a marginalizzare la componente già dei DS, a tutt'oggi estromessa in
modo del tutto incomprensibile addirittura dall'esecutivo comunale. Uno
sbilanciamento evidente che necessità di una armonizzazione ed equilibratura,
anche rispetto alle nuove componenti
ufficiali, ancorché "trasversali" del nuovo partito, per il superamento di un disagio avvertito e
a reciproca garanzia della continuità di un impegno che mai è venuto meno,
oltre che per la stabilità dei rapporti ritrovati e per l'ottenimento di un
decisivo avanzamento della dialettica politica.
Annibale Santagata, consigliere comunale del PD
Città di Tursi - Ufficio Stampa
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