ITALIA NOSTRA POLLINO: L'ENTE PARCO
TUTELI LE SORGENTI DELLA VAL SARMENTO
Italia Nostra, Gruppo Interregionale del P.N. del Pollino chiede
all'Ente Parco del Pollino di rivedere le autorizzazioni eventualmente rese in
merito a progetti che rischiano di depauperare gli ambienti del parco nazionale.
In località Lago Duglia, ubicata in zona 1 della perimetrazione
del parco Nazionale del Pollino, la Società Acquedotto Lucano intende infatti incrementare le portate dell'acquedotto
del Frido captando le sorgenti del Duglia, tributarie del torrente Sarmento,
principale affluente del fiume Sinni. Il progetto avrebbe già avuto parere
positivo dall'Ente Parco del Pollino, nonostante il comma d dell'art.4 del DPR 15/11/1993
faccia espresso divieto in zona 1 di "realizzazione di opere che comportino la
modificazione del regime delle acque, fatte salve le opere necessarie alla
sicurezza delle popolazioni".
Ricordiamo che sorprendentemente lo stesso Ente Parco Nazionale
del Pollino ha di recente siglato un accordo interregionale per la tutela della
Lontra (Lutra lutra L) che proprio nel bacino del Sinni e del Frido trova uno
degli areali di maggior importanza per l'elevata percentuale di riscontri
positivi di presenza di questo mustelide protetto per legge a livello
nazionale, europeo e mondiale grazie alla Convenzione di Berna (Prigioni et al. Ethology Ecology & Evolution 17: 171-180, 2005).
Forse bisogna essere laureati in Scienze Naturali per capire che
l'impoverimento idrico del Sinni gioca a sicuro sfavore della sopravvivenza
della Lontra nella Valle del Sinni?
Il Duglia, assieme al torrente Sarmento, costituisce un habitat
acquatico di straordinaria importanza che, specialmente durante i mesi estivi,
rischia di essere irrimediabilmente depauperato per il forte stress idrico causato
anche dalla riduzione delle portate dovute alle captazioni. Oltre a compromettere gli habitat
acquatici e le componenti floro-faunistiche sottese al bacino del Sarmento, la
captazione mette a rischio gli utilizzi potabili degli acquedotti comunali con
possibili ripercussioni negative anche per le attività zootecniche locali.
Già nel passato, per
costruire la strada di servizio dell'acquedotto esistente, venne prosciugato il
laghetto di cui in pratica è rimasto solo il toponimo "Lago Duglia" poi in
parte ricostituito, anche se più piccolo di quello naturale. Il toponimo Dolium (da cui Duglia) è di origine
romana e testimonia la presenza di un bacino di forma ovale destinato in epoche
antiche all'abbeveraggio delle mandrie. Oltre al progetto di Acquedotto Lucano insisterebbe
nella stessa località un non meglio noto progetto di utilizzo delle portate
d'acqua per alimentare le turbine di una centrale idroelettrica. Progetto
questo proposto da una società elettrica privata.
Problemi di captazioni
analoghe di intere sorgenti provengono anche dal versante cosentino del Parco
nazionale del Pollino in aree protette rigorosamente per legge e si invita
pertanto i diretti interessati in fatto di protezione della natura ad
intervenire anche per evitare sanzioni comunitarie per il mancato rispetto
delle aree SIC e ZPS che in Basilicata come in Calabria sono indissolubilmente
legate alle arterie fluviali e quindi alle sorgenti in esse comprese.
Italia Nostra auspica
che l'ente di gestione riconsideri il proprio ruolo di tutela ed affronti finalmente
le problematiche di salvaguardia del parco sancite nella legge in materia di
aree protette, troppo spesso surclassata da progetti incompatibili autorizzati
per un malinteso sviluppo della montagna.
ItaliaNostra
ONLUS,
Gruppo
Interregionale Pollino
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