Mega Centrale del Mercure oppure ambiente
nella valle fluviale protetta del Mercure-Lao?
Come evidente dalla stampa,
negli ultimi giorni è riemerso più che mai aspramente il dibattito sulla
centrale ENEL del Mercure, un tentativo di produrre energia "pulita" non dal
solare o con altre tecnologie sostenibili, ma bruciando guarda caso alberi
proprio all'interno di un Parco Nazionale, quello del Pollino, da ridicolizzare
o riperimetrare ad hoc, in cui per
legge invece gli alberi e la vita che essi custodiscono andrebbero protetti.
Tale centrale mai smantellata nemmeno dopo che le
indagini della Procura della Repubblica di Castrovillari evidenziarono nel
terreno di competenza dell'impianto la presenza di diverse aliquote di
materiali inquinanti sotterrati (e ci si chiede se rimossi e bonificati) a poca
distanza dal fiume Mercure-Lao, è tornata da qualche tempo nuovamente di scena
ridestando i giusti timori di ambientalisti e soprattutto dei comuni cittadini che
vivono a poca distanza dal mega impianto siano essi Lucani, oppure Calabresi.
Come noto si tratterebbe di attivare in area
naturalistica di importanza non solo nazionale ma con influenza diretta,
mediante la sua arteria fluviale principale, sugli habitat di importanza
europea tutelati per legge dalla Riserva Naturale Integrata e dal Sito di
Importanza Comunitario IT9310025 "Valle
del fiume Lao". Si parla cioè di un impianto con una potenza di ben 40 MW che,
come evidenziato dagli studi degli esperti Rabitti e Casson, impatterebbe
direttamente il comprensorio del Parco del Pollino a partire dal comune di
Laino Borgo (CS) ma con ovvie ripercussioni anche sul traffico veicolare nella
zona, sugli habitat e la salute della valle del Lao, fiume che tramite il
Mercure accoglierebbe, cosa gravissima, le acque industriali della centrale del
Mercure stessa. L'approviggionamento delle biomasse costituisce un altro punto
di importanza fondamentale nella vicenda, dato che sussistono evidenti
contraddizioni e problematiche gravi, sia nel caso che esse corrispondano a
biomasse estere o che, ancora peggio, esse siano di provenienza locale (cioè
prelevate direttamente dai boschi vergini o da quelli già devastati dagli
incendi sul Pollino), o ancora, come addirittura molti temono in questo periodo
di emergenza rifiuti campani, esse provengano dalla frazione organica derivante
da rifiuti urbani ed altro ancora.
Il problema che Italia Nostra Gruppo Interregionale
del Pollino intende sottolineare è molto semplice: le biomasse da ardere a
Laino Borgo non possono, come previsto dagli studi presentati per la messa in
funzione dell'impianto, essere sottratte agli ecosistemi protetti della ZPS
IT9310303 "Pollino ed Orsomarso", del SIC IT9310025 "Valle del Fiume Lao" o
dalle aree di straordinario pregio naturalistico del versante lucano, né la
qualità dell'acqua del fiume Mercure-Lao che ospita una fauna ittica, anfibia e
mammifera (lontra, Lutra lutra L.)di interesse eccezionale, deve essere neppure
minimamente alterata nei suoi parametri chimico-fisici dall'attività di questo
impianto che sottrarrebbe acqua pura dal Mercure e poi vi immetterebbe le sue
acque industriali.
I boschi del Pollino Calabro-Lucano, l'area
protetta più estesa del Mediterraneo, e la biodiversità in essi custodita pagano
già annualmente un pesante tributo all'emergenza mai risolta degli incendi
estivi: andrebbero anzi tutelati maggiormente perché costituiscono un bene di
tutti i cittadini di Italia, Europa e oltre, ed è per questa ragione che gli alberi del
Pollino non possono e non devono in alcun modo essere bruciati in una centrale
per farne energia elettrica, per giunta proprio in un parco nazionale dove
paradossalmente gli alberi andrebbero protetti e non certo bruciati.
Italia Nostra intende denunciare anche innanzi alla
Commissione Europea per l'Ambiente questa problematica che, facendosi scudo con
il consueto ricatto occupazionale, ENEL non intende mai affrontare davvero, dato
che riteniamo che il turismo di qualità e l'agricoltura ed allevamento
biologici in un territorio da mantenere sano, e non certo poche decine di posti
di lavoro in una mega centrale che divora gli alberi di un parco nazionale,
polmone verde nazionale e del Mediterraneo, possano fare realmente il bene
della comunità del Pollino e valle del Mercure-Lao, popolazione che è fortemente
invitata a riprendersi con le armi della democrazia il possesso attivo della
propria terra e quindi del proprio futuro.
Pollino,lì, 3/06/2008
Italia
Nostra
Gruppo
Interregionale PN del Pollino
|