Marinagri fra loquacità inopportune
e silenzi ingiustificati
Nei giorni scorsi,
agendo all'unisono, il sindaco Lopatriello e il pubblicista di punta della
Nuova del Sud, Nino Grasso, hanno nuovamente affrontato, dal loro punto di
vista, la questione del sequestro del complesso turistico Marinagri chiedendo,
il sindaco un intervento del Ministro della Giustizia ed il notista politico
una presa di posizione da parte degli esponenti politici.
E', quella del
Lopatriello e del Grasso, una loquacità inopportuna.
Il Lopatriello, noto
alla cronache giudiziarie per la disinvoltura con cui spende i soldi pubblici
tanto da essere già stato condannato dalla Corte dei Conti a restituire
rilevanti somme al Comune, è indagato nell'ambito della vicenda Marinagri per
gravi reati.
Sarebbe quanto meno
opportuno che si astenesse da prese di posizione a favore di Marinagri che
implicano professione di innocenza e da invocazioni al ministro che non ha il
potere di scagionarlo. Se ha giustificazioni da dare vada dai magistrati a
Catanzaro. Per il resto osservi la legge e si astenga dal prendere decisioni
come sindaco in questioni che lo riguardano come indagato.
Per il rispetto e la
stima che abbiamo per giornalisti e pubblicisti dobbiamo evidenziare come il
dott. Grasso, rispetto alla vicenda Marinagri, abbia fornito una informazione
incompleta e fuorviante.
Ed infatti: a) continua
ad attribuire iniziative e decisioni sul sequestro al solito De Magistris pur
sapendo che quel sequestro è stato convalidato dal GIP, confermato dal
Tribunale del Riesame, giudicato legittimo dalla Corte di Cassazione. La
permanenza di quel sequestro, dunque, va attribuita non al solo magistrato
della Procura, ma a lui e ad altri otto magistrati (uno dell'ufficio GIP, tre
del Riesame, cinque della Corte di Cassazione); b) continua ad affermare che il
sequestro del complesso turistico permarrebbe solo in relazione al possibile
pericolo di inondazione mentre sa (o dovrebbe sapere), come la Corte di
Cassazione abbia fatto rilevare (pag.15 della sentenza), che non sarebbero
stati mai superati tutti gli altri motivi che lo hanno supportato tra i quali
quello consistito nella acquisizione gratuita di decine di ettari di terreno,
considerata illegittima; c) insiste nel ribadire che dal punto di vista della
sicurezza tutto sarebbe risolto trascurando di aggiungere che i rilievi sulle
questioni urbanistiche erano stati fatti non solo da due professionisti
nominati dalla magistratura calabrese ma anche da altri due tecnici nominati
l'uno dalla magistratura materana e l'altro dai Carabinieri su delega di
magistrato della Procura di Matera.
Dopo le loquacità fuori
luogo vanno evidenziati i silenzi incomprensibili da parte di:
1) Regione Basilicata ed
ALSIA. C'è voluto più di un anno e la minaccia di denuncia penale per sapere
dall'ALSIA che il fenomeno dell'accessione in virtù del quale a Marinagri sono
state gratuitamente riconosciute estese superfici di terreno si è verificato
quando Ittica Val d'Agri e Marinagri non erano ancora state costituite che
sarebbe stato affidato incarico ad un giurista per consigliare il da farsi.
Chiediamo oggi al nuovo
assessore all'agricoltura, on. Viti, di recuperare i ritardi del suo
predecessore avviando le procedure previste dalle leggi in vigore affinché:
a)
vengano restituiti all'ALSIA i terreni dati a prezzi irrisori per
svolgere un'attività industriale che non è mai stata svolta;
b)
vengano restituiti all'ALSIA i terreni concessi gratuitamente per
un'accessione che si è realizzata quando non erano ancora nate né Ittica Val
d'Agri né Marinagri, come l'ALSIA ha incontrovertibilmente accertato.
2) Ministri Brunetta e
Scaiola.
Dalle indagini di
Catanzaro è emerso che il direttore del Ministero dello Sviluppo Economico, più
o meno nello stesso periodo di tempo in cui istruiva la pratica di
finanziamento a favore di Marinagri, acquistava dalla stessa società un
immobile con uno sconto, sul prezzo di listino, di oltre 80.000 euro. Chiediamo
ai due ministri: è stata esaminata la posizione di quel dirigente? E che idea
se ne sono fatta?
3) Consiglio Superiore
della Magistratura.
A Catanzaro, per la
vicenda Marinagri è indagato, per reati assai gravi, il Procuratore della
Repubblica di Matera. Sappiamo che della questione si sta occupando la prima
commissione del C.S.M. per accertare l'esistenza di eventuali estremi per un
trasferimento per incompatibilità ambientale. Bene. Ci siamo resi conto, alcune
settimane or sono, che il C.S.M., quando vuole, sa essere severo e rapido.
Domandiamo al Vice Presidente: vi sono forse, in quell'ufficio, una corsia per
i procedimenti lenti, un'altra per le velocità normali e un'altra ancora per
quelli rapidi e di sorpasso? E se così fosse, ci si vuole dire perché mai il
procedimento riguardante il Procuratore di Matera è stato dirottato sulla
corsia più lenta?
Tanto è opportuno
precisare e ribadire per respingere le richieste e proposte degli sponsor di
Marinagri Lopatriello e Grasso secondo i quali ad ogni costo vanno tutelati
lavoratori e gli appaltatori mentre tutto il resto dovrebbe passare in
second'ordine.
Sia chiaro. I
danneggiati incolpevoli e quindi lavoratori, appaltatori e acquirenti di
immobili debbono essere tutelati. Ma i relativi oneri debbono essere posti a
carico non di "pantalone" ma di chi ha violato le leggi.
Rifondadazione Comunista
è convinta che il Mezzogiorno non potrà risollevarsi dalla crisi che lo
colpisce se non rispetta prima di tutto le leggi. Si faccia per Marinagri tutto
quel che la legalità consente. Con un'ulteriore precisazione: i terreni
occupati gratuitamente a prezzo simbolico degli enti pubblici debbono essere
pagati a giusto prezzo. Non è tollerabile che si neghi la cassa integrazione a
tanti disoccupati e si regalino 50 milioni di euro a società private che
investono per guadagnare e alle quali lo Stato ha già graziosamente concesso 25
milioni di euro di contributi.
Federazione Provinciale PRC Matera
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