La Provincia
investe sulla formazione. A breve nuovi bandi
L'assessore Bona:
"Tra gli interventi formativi previsti primeggia per importanza quello dedicato
alla figura del mediatore culturale".
Matera -
L'Assessorato alla Formazione provinciale è in piena attività. Tra i
vari progetti in corso il team provinciale, guidato dall'assessore al ramo
Pasquina Bona, ha già pubblicato i bandi sulla formazione di tre figure
professionali: mediatore culturale, addetto alla lavorazione della ceramica e
animatore turistico.
"Tutti gli interventi formativi
sono progettati e calibrati - ha dichiarato l'assessore provinciale alla
Formazione Pasquina Bona - sulle esigenze di sviluppo del territorio. Un
progresso economico, sociale e culturale che si muove lungo le direttrici
dell'artigianato, patrimonio tradizionale di grande rilevanza storica per tutta
la regione, del turismo, leva strategica per il successo del Materano, e, non
ultimo, dell'integrazione, chiave di volta per la piena realizzazione di una
comunità socio economica democratica."
"La
presenza di numerosi immigrati nel nostro territorio - ha proseguito
l'assessore - ha prodotto una urgenza da cui non possiamo più prescindere: la
professionalizzazione del mediatore culturale. Proprio perché un lavoro di
mediazione è un fenomeno dinamico e non statico, il mediatore culturale rivela
le sue competenze solo se adeguatamente formato. C'è bisogno, infatti, di
mediatori culturali professionisti che, consapevoli del proprio ruolo, siano in
grado di instaurare una fitta
rete di relazioni e contatti con i vari enti che regolano lo svolgimento
sociale, giuridico e lavorativo, di ogni cittadino. In questo modo potremo
pensare a progetti per l'inserimento di mediatori culturali nelle scuole, negli
ospedali e in tutti quei settori che ne rilevano l'esigenza."
"Il ruolo del mediatore culturale - ha sottolineato il
presidente dell'Ente Carmine Nigro - è particolarmente delicato; proprio perché
deve impegnarsi per garantire che la comunicazione funzioni, così da evitare
l'insorgere di conflitti dovuti alla non conoscenza della lingua e delle
differenze culturali. I mediatori culturali devono contribuire, non per ultimo,
a migliorare la partecipazione degli immigrati alla vita quotidiana. Molti di
loro, infatti, apprendono la nostra lingua e la utilizzano soltanto per
orientarsi meglio sul posto di lavoro, ma la conoscenza della lingua li pone
nelle condizioni di partecipare anche alla vita sociale e di curare, quindi, i
rapporti con la società di maggioranza. Da qui l'impegno di questa
Amministrazione a volere formare dei mediatori culturali in grado di sostenere
i cittadini immigrati lungo il non facile percorso di integrazione nella
comunità."
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