«Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione -e quindi il diritto di non essere perseguitato per le sue convinzioni- e quello di cercare, ricevere, diffondere, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee attraverso qualsiasi mezzo», afferma l'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. La seconda edizione di Cinegiornalismo di Guerra, dedicata al fotoreporter lucano Raffaele Ciriello ucciso a Ramallah da militari israeliani, è una particolare sezione del Lucania Film Festival che indaga e mostra quella speciale condizione umana in cui si trovano quelle esistenze che sono al limite del conflitto, sia tangibile che simbolico, da una parte e dall’altra delle telecamere. L’evento che avrà luogo giovedì 25 gennaio a Potenza e venerdì 26 a Pisticci (Matera), oltre ad essere un momento di riflessione e di confronto tra gli operatori dell’informazione -sarà ospite Arkadiy Babchenko collega di Anna Politkovskaja della Novaya Gazeta di Mosca- rappresenta anche un invito a scoprire angoli segreti della Basilicata, aspetti unici della sua cultura, una terra che la storia ha reso teatro di molteplici incontri quanto di innumerevoli scontri, di contaminazioni e guerre, in bilico tra solitudine e ospitalità. Il programma, infatti, prevede il primo giorno a Potenza, presso l’aula magna dell’Università degli studi della Basilicata, con una conferenza imperniata sui retroscena legati al caso dell’assassinio della Politkovskaja per aprire uno scenario attuale di analisi sulla libertà di stampa in Russia, anche attraverso dei documenti filmati da un’altro ospite della rassegna, Giorgio Fornoni -video giornalista per numerose inchieste di Report ed inviato speciale della Rai- proprio sulla giornalista russa e sulla situazione cecena. Il secondo giorno avrà come location il caratteristico quartiere “Dirupo” di Pisticci, vicino Matera, dove la visione dei cortometraggi internazionali selezionati dal Lucania Film Festival che riguardano la rappresentazione dei conflitti in modo diretto (reportage, fotografie) e indiretto (documentari, film), avrà luogo in tre “Lammie” (le tipiche abitazioni del Dirupo), ospitate da alcune famiglie che hanno messo a disposizione casa propria. Le proiezioni saranno infatti a numero limitato e per prenotarsi si può fare riferimento ai recapiti indicati sul sito internet del festival (www.lucaniafilmfestival.it). La selezione internazionale delle opere filmiche mostra uomini e donne che si muovono con agilità e scaltrezza intorno alla rappresentazione della guerra ed utilizzano ogni mezzo possibile per catturare frammenti e riflessi di una verità che è orrore, è atrocità ma che mette in crisi le convinzioni di ciascuno, continuando ad esercitare un inspiegabile fascino. Il giornalismo, per la sua natura inquisitoria, può essere in stato di guerra anche quando agisce in ambiti di calma apparente e si rivolge a smascherare le condizioni sociali e politiche che potrebbero innescarla. Gli operatori dell’informazione si trovano spesso ad essere la superficie di attrito su cui si estendono gli scontri di religione, di ideale, di potere, e per i quali spesso rischiano la vita e qualche volta la perdono. A volte anche nei luoghi dove ritengono di essere al sicuro lontano dalle esplosioni, a volte anche a casa propria. La bandiera che inseguono i reporter non è quella di un paese, ma quella di un valore per cui vale la pena vivere: la libertà fondamentale all'informazione. Ed è questa la tematica di grande attualità su cui verte questa seconda edizione. Raccontare il fronte è scoprire una condizione estrema che può esistere, di volta in volta, anche all'interno del mondo civile, lontano dagli scenari in cui mostrare le armi è un atto naturale. Il coraggio, la dedizione di alcuni giornalisti; l'intelligenza, l'originalità di alcuni autori, sono un modo a volte unico per aprire gli occhi e la mente sugli sconfinati spazi che si aprono oltre l'orizzonte della quotidianità. Giovanni Fanelli
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