L'assemblea
nazionale di Legambiente Solidarietà dopo 13 anni ha deciso di interrompere i
soggiorni solidaristici, a fini terapeutici, dei bambini provenienti dalle aree
colpite dallo scoppio della centrale nucleare di Cernobyl.
Questa
scelta è il frutto di un processo di maturazione e di riflessione comune che
abbiamo fatto, non rinnega in alcun modo i nostri valori fondanti ma vuole anzi
riaffermarli con maggiore forza e decisione. E' proprio infatti per seguire con
coerenza e chiarezza il nostro impegno nei confronti della tutela del minore e
la nostra battaglia contro il nucleare che Legambiente ha deciso di fare questo
passaggio né semplice né scontato. Siamo convinti però che in questo modo non
solo siamo più coerenti rispetto ai nostri valori e alle nostre scelte
politiche, ma guardiamo davvero in modo trasparente ai veri bisogni dei bambini
di Cernobyl. Siamo altresì sicuri che potremo continuare a fare molto per le
popolazioni colpite dal disastro sia attraverso progetti di cooperazione in
loco sia con un'azione più forte nei confronti della Comunità Internazionale,
del nostro governo e della Commissione Europea per la messa in sicurezza della
centrale e per l'organizzazione di un sostegno concreto a favore delle vittime
del disastro del 1986.
Infine ci
impegneremo in prima persona e non più da coprotagonisti affinché il flusso
enorme di bambini di Cernobyl nel nostro paese sia visto per quello che è: un
fiume spesso incontrollato dietro al quale si nascondono purtroppo sempre più
interessi, ambiguità e mancanza di rispetto per i diritti del minore.
Non
pensavamo certo con la nostra testimonianza piccolissima ma significativa di
cambiare l'assurdo gioco di interessi e l'insensibilità della Comunità
Internazionale nei confronti della catastrofe di Cernobyl, ma il fatto che dopo
21 anni non sia cambiato assolutamente nulla ci fa rabbrividire. Il processo
per la messa in sicurezza del reattore non è stato minimamente avviato e la
situazione della centrale è sempre più pericolosa e grave. A ciò si aggiunge la
mancanza di risposte concrete ai 7 milioni di persone che vivono nelle zone più
colpite. Da parte ad esempio della Commissione Europea che oggi con l'Estonia,
la Lituania e la Polonia è proprio ai confini con l'Ucraina e la Bielorussia. All'indifferenza
dei potenti della terra di fronte alla catastrofe civile più grande nella
storia dell'umanità si aggiunge la gravissima situazione in cui versano le aree
più colpite dove assistiamo ad un processo da parte delle autorità locali di
diminuzione di assistenza sanitaria e degli investimenti economici e di
progressiva deresponsabilizzazione.
Quindi
assistiamo da una parte ad una centrale
che sempre più rappresenta una bomba ad orologeria e dall'altra ad una
situazione sempre più difficile e complessa di sostanziale abbandono nei
confronti degli abitanti delle zone più radioattive.
Questo
quadro ci deve far riflettere proprio rispetto agli interventi ed alle azioni
possibili "oltre l'accoglienza" per cercare di agire con maggiore efficacia in
un contesto così fragile e complesso.
Ribadiamo
con forza, i valori e i principi che ci hanno portato alla promozione e
gestione dell'ospitalità di qualche migliaio di bambini in Basilicata dal 1995.
Ma è proprio per non rinnegare questi principi che oggi scegliamo di
interrompere l'ospitalità per rispettare di più quel bambino e quella bambina
destinatari del nostro aiuto in modo più efficace e più equo, abbandonando
un'iniziativa che pur importante e bellissima rischiava di entrare nella
normale routine.
Ormai,
anche in Basilicata, si parla di generica ‘ospitalità di bambini Bielorussi',
senza accennare minimamente al fatto che
sono le vittime più deboli del più grande incidente nucleare della
storia.
Ad
"accelerare" questo processo che ormai si
andava lentamente delineando (basti pensare alla forte diminuzione dei
bambini ospitati, dopo appena un anno dalla minaccia di installare a Scanzano
il sito delle scorie radioattive) è intervenuto in primis un ragionamento
politico, critico ed autocritico, sul progetto nel suo complesso e sul senso
della campagna di ospitalità che abbiamo affrontato più volte nel corso di questi
anni ma che è diventato più urgente ed evidente dopo il "caso Maria" che ha
fatto emergere condizioni latenti
interne agli stessi progetti di accoglienza ed alle associazioni
coinvolte, non riconducibili a percorsi solidaristici.
Il
distacco dall'accoglienza deve rappresentare un avvicinarsi ancora di più ai
bambini, cercando di portare le nostre azioni dove loro vivono ogni giorno, per
365 giorni l'anno.
Questo
percorso rappresenta una "sfida" che si basa su principi e valori forti, che
mettono al centro i diritti dei bambini e delle popolazioni contaminate per i
quali ci siamo adoperati con grande energia e con la partecipazione di famiglie, Enti e
Istituzioni in questi anni, con i quali dobbiamo allargare il nostro sguardo
verso collaborazioni più ampie all'insegna della cooperazione decentrata,
spostare il baricentro delle nostre attività nelle aree colpite dall'incidente,
che vada aldilà degli anniversari, aprire nuovi percorsi che sappiano davvero
facilitare e favorire i bambini, superando la "necessità" di toccare con mano
ciò per cui ci si impegna economicamente, vedere con i propri occhi i soggetti
destinatari dell'azione solidaristica.
Il
Progetto Rugiada rappresenta uno degli interventi in Bielorussia: Legambiente
Solidarietà nazionale si è impegnata con la Direzione del Centro "Speranza",
situato in una zona non contaminata vicino Minsk e con la nostra Associazione di
riferimento "Organizzazione Help", per l'anno 2007 in un programma di ospitalità
di 317 bambini e 20 accompagnatrici.
Il Circolo
di Avigliano ha già versato la quota per l'ospitalità di 5 bambini, con la
possibilità eventuale di aumentarne il numero qualora si riuscisse a reperire
ulteriori finanziamenti, pubblici e privati, che sollecitiamo farci pervenire.
Il costo
comprendete la quota dovuta al Centro, il lavoro dell'Organizzazione Help, i
trasporti, le visite, l'abbigliamento e la gestione è di 430,00 Euro a bambino.
Il Centro
costruito grazie ad un'Organizzazione tedesca e da una Fondazione
Giapponese, attualmente gestito da una
società privata mista Bielorussa e Tedesca, offre dei livelli di qualità e di
contenuti sicuramente unici nel contesto Bielorusso.
L'approccio
ambientale del Centro è sorprendente:
-
Riscaldamento in parte con
utilizzo del biomasse;
-
Produzione acqua calda per la
cucina con pannelli solari;
-
Depurazione delle acque di
scarico;
-
Compostaggio e raccolta
differenziata;
-
Risparmio ed efficienza
energetica;
-
Produzione di prodotti biologici
nell'area di competenza del centro, che per quanto riguarda le patate raggiunge
il 100% del fabbisogno annuale, 80% per i pomodori;
-
Produzione di miele bilogico;
Per quanto
riguarda la parte sanitaria vengono garantite ed effettuate:
-
Visita pediatrica generale;
-
Vista endocrinologa ed eventuale
esame ecografico;
-
Visita e interventi odontoiatrici;
-
Supporto e visite psicologiche.
Grande
attenzione viene garantita anche sul programma educativo-pedagogico: durante
l'anno scolastico un padiglione è riservato alle aule scolastiche, e durante
l'arco dell'intero anno vengono svolte attività di laboratorio quali musica,
teatro, arte, disegno, scultura, lavoro del legno, educazione ambientale,
attività sportive all'interno di una vera struttura dotata di palazzetto dello
sport e spazi all'aperto attrezzati con giochi e campi da calcio, pallavolo,
basket, calcetto.
Un centro
davvero all'avanguardia che è molto vicino al modo di pensare e di agire di
Legambiente, non solo per quanto riguarda l'aspetto ambientale, ma anche per
quanto riguarda le modalità di selezione e di accoglienza dei bambini
provenienti dalle zone contaminate che devono beneficiare di un soggiorno di
risanamento.
Accompagnando
questa modalità con un impegno maggiore nel seguire quei bambini bisognosi di
cure ed interventi successivi, vorremmo poi, per quanto ci sarà possibile,
sfatare l'idea di occuparci dei bambini di Chernobyl per un mese all'anno, e
attivare percorsi con le autorità locali per seguire il bambino per l'intero
anno.
Con
rinnovata convinzione intensificheremo la campagna contro il nucleare sia nei
paesi dell'ex Unione Sovietica dove sono tuttora concentrati gli ultimi
reattori del tipo di Cernobyl, sia nel resto del mondo, Italia compresa, dove
il nucleare di ultima generazione viene comunque individuato come forma
energetica pulita e sicura.
Questi
tredici anni sono stati per Legambiente un periodo importante e significativo
in cui siamo cresciuti insieme ed abbiamo maturato un percorso complesso e
difficile, ma straordinario ed entusiasmante. Abbiamo costruito una rete di
associazioni, di famiglie, di donne e di uomini che ha fatto dell'umanesimo
ambientalista il cardine della propria azione con uno sguardo chiaramente
indirizzato verso i bambini di Cernobyl.
Si apre un
nuovo capitolo per Legambiente Solidarietà della Basilicata: un fronte nuovo e
molto interessante che cercherà di intervenire anche laddove esistono
contraddizioni ed ingiustizie evidenti, nella nostra Regione come nel resto del
mondo, dove gli "invisibili" (gli immigrati, i nuovi poveri, i bambini
maltrattati etc.) sono sempre più numerosi e l'intolleranza, lo sfruttamento di
manodopera clandestina e gli episodi di violenza dilaganti.
Circolo Legambiente Avigliano
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