NOSCORIE: Trivelle - Pozzo Alli 2, chiudete l'ospedale
di Villa d'Agri
Dopo i pozzi petroliferi condominiali di Marconia,
quelli nelle case coloniche di Policoro arriva anche l'autorizzazione comunale
per il primo pozzo petrolifero ospedaliero del mondo. Il primato spetta al sindaco
Claudio Cantiani, di Marsico Vetere, che ha autorizzato in questi giorni il
pozzo Alli 2 a circa 500 mt. dall'ospedale di Villa d'Agri . Il sindaco,
dimenticando di essere il massimo responsabile cittadino della salute pubblica,
non ha convocato su questa decisione né la popolazione e nemmeno i degenti o il
personale ospedaliero che dovranno subirsi in primis le conseguenze connesse
all'inquinamento e all'estrema pericolosità dell'impianto. L'operazione
economica, se così la vogliamo chiamare, porterà nelle casse comunali circa
50.000 euro/anno, ma a quali costi ?
Se gli amministratori comunali avessero avuto a
cuore la salute dei cittadini con uno slancio di generosità avrebbero
rinunciato agli stipendi e agli indennizzi racimolando la stessa somma. Inoltre
prima di fidarsi delle rassicurazioni delle compagnie petrolifere e di dare
sicurezze sull'impianto, avrebbero potuto soggiornare vicino a uno dei tanti
pozzi della Val d'Agri per almeno un mese respirando l'aria del pozzo e
sfidando i rischi della sorte.
Mentre non esistono regole precise in Basilicata sulle
distanze delle trivelle petrolifere da case, persone, fiumi e dighe, tutto si
lascia gestire alle compagnie petrolifere e alle cieche logiche di profitto
degli amministratori comunali.
Per ricordare a tutti che siamo in una regione delle
trivelle senza regole, siamo stati nel novembre 2009 a Villa d'Agri insieme
alle associazioni della rete Lucana in sit-in presso l'ospedale di Villa
d'Agri per evitare la realizzazione del pozzo Alli 2, in quell'occasione fu
distribuito un volantino in cui erano resi noti i pericoli di un pozzo
petrolifero. Fu informato dettagliatamente anche il direttore della struttura
ospedaliera, responsabile ora più che mai della salute dei degenti e del
personale alle sue dipendenze.
Ci rivolgiamo pertanto all'assessore Attilio Martorano
chiedendogli di chiudere l'ospedale in quel luogo e magari di trovare un'altra
opportuna sede quale misura cautelativa sulla salute dei degenti e degli
operatori sanitari. Magari lasciando in vita altri ospedali come quello di
Tinchi, dove i cittadini non vogliono assolutamente né la chiusura né il
ridimensionamento.
La nostra provocazione ha un limite temporale,
in attesa che qualche ippogrifo riporti il "senno di poi" in Val d'Agri
sulle trivellazioni petrolifere e sulla tutela della salute pubblica.
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