OLA: NO ALLA RIATTIVAZIONE DELL'INCENERITORE
DELLA VEOLIA A POTENZA
L'aggiornamento
del Piano Provinciale dei Rifiuti Solidi Urbani predisposto dall'Assessorato
Ambiente della Provincia di Potenza, punta decisamente sulle discariche e gli
inceneritori. E' quanto denuncia la OLA, Organizzazione Lucana
Ambientalista, che evidenzia come il Piano
Provinciale preveda prioritariamente lo smaltimento dei rifiuti presso le
discariche comprensoriali e gli inceneritori di Potenza e Melfi (Fenice SpA), ai quali bisogna
aggiungere anche centrali a biomasse e cementifici.
Presso
le discariche e gli inceneritori si intende infatti smaltire complessivamente il
65% dei rifiuti prodotti nella provincia di Potenza. Ma queste quantità sono
senz'altro maggiori, se si considera che il Piano Provinciale sovrastima i dati
della raccolta differenziata al 35% che invece raggiunge a stento mediamente il 7-8 % nei comuni della
provincia di Potenza.
Facendo
così ricorso alle logiche emergenziali, prese in prestito dalla negativa
esperienza di Napoli e della Campania, il Piano della Provincia di Potenza
rischia di ripetere lo stesso disastro anche in Basilicata imponendo, con
logiche emergenziali, l'uso di inceneritori, impianti di fabbricazione del CDR
e discariche per risolvere problematiche che, è bene ricordarlo, riguardano una
piccolissima provincia d'Italia che conta circa 400mila abitanti, ovvero quanto
"un quartiere di Napoli".
La
strategia del Piano Provinciale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani
prevede infatti il potenziamento di 6 discariche comprensoriali in provincia di
Potenza (Venosa, Atella, Potenza, Moliterno, Sant'Arcangelo e Lauria) per una capienza complessiva aggiuntiva di circa 1.000.000
metri cubi. Inoltre prevede il funzionamento iniziale di due
"inceneritori" (Potenza e Fenice di Melfi), due impianti per la produzione di
"ecoballe", alias CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti), da realizzare uno a
nord ed uno a sud della provincia di Potenza, per rifornire quantitativi imprecisati
di combustibile derivato da rifiuti per i cementifici e le centrali a biomasse.
In
attesa degli impianti di produzione delle "eco balle" alias CDR, il Piano
Provinciale conta di convogliare la "frazione
secca", dopo la vagliatura presso la discarica comprensoriale di Notarchirico
di Venosa all'inceneritore Fenice, mentre
presso l'inceneritore di Potenza, recentemente acquisito dalla società multinazionale
francese Veolia (che già opera in Val Basento), in attesa delle autorizzazioni
ambientali regionali anche per l'impianto di vagliatura, conta di bruciare
inizialmente oltre 18.000 tonnellate annue della "frazione secca" dei rifiuti
urbani provenienti, attraverso un vero e proprio "tour della monnezza" da
Potenza, dai comuni del Potentino, dalla val d'Agri e dal Lagonegrese.
Invece
di puntare sull'incremento della raccolta differenziata, i cui obiettivi
appaiono nel Piano Provinciale "virtuali e solo sulla carta", l'Assessorato
Provinciale all'Ambiente punta dunque all'impiantistica degli inceneritori,
delle discariche e degli impianti produzione del CDR dove già emergono
contenziosi tra le società che si dividono la torta degli appalti (vedi Lauria).
L'Assessorato Provinciale all'Ambiente dimentica prioritariamente però di
attivare gli impianti di compostaggio dove effettuare la trasformazione della
frazione umida ed il potenziamento delle piattaforme ecologiche dove attuare il
recupero e riciclo dei materiali. Azioni queste che potrebbero incrementare di
molto le percentuali della raccolta differenziata di rifiuti che invece rimangono
su percentuali basse in tutti i comuni della provincia di Potenza, risolvendo così
il problema dei rifiuti, con evidenti vantaggi per tutti dal punto di vista
ambientale ed economico.
Al
rischio per la salute, dovuto alle discariche ed agli inceneritori, si aggiunge
in questo modo anche la beffa per i cittadini che vedranno aumentare nel tempo
le tasse da pagare per lo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Milioni di
euro che finiranno nelle tasche delle società di gestione di inceneritori,
discariche e trasporto dei rifiuti, senza che il problema dei rifiuti venga
però risolto, esattamente come già succede a Napoli ed in molte aree della
Campania.
La OLA chiede pertanto
all'Assessore regionale all'Ambiente, Vincenzo Santochirico, di sospendere gli
effetti del Piano Provinciale dei RSU, correggendo le evidenti storture non
solo metodologiche sulle quali si basa, che rischiano di vanificare gli
obiettivi che la
Regione Basilicata si è posta per la risoluzione di questa
delicata problematica.
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