Si apprende con preoccupazione dalla
stampa (Quotidiano della Calabria, pagina di Cosenza, 15 Settembre 2008) che il
sindaco del comune di Santa Domenica Talao (CS), il cui territorio è in parte
compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino, oltre che nella Zona di
Protezione Speciale IT9310303 "Pollino e Orsomarso", avrebbe emesso (e non sarebbe il solo in zona) un'ordinanza
con cui si autorizza fino al 30 settembre: "L'abbattimento dei cinghiali da
parte dei conduttori agricoli aventi titolo, nei fondi di loro pertinenza, che
abbiano subito o subiscano danni evidenti da parte degli ungulati". Secondo
quanto riportato dalla stampa "l'abbattimento dei cinghiali potrà essere
eseguito sul territorio comunale nella
zona 2 del Parco nazionale del Pollino, da parte dei conduttori o da
persone da loro espressamente incaricate, in possesso del porto d'armi lunghe
da fuoco, in regola con la normativa sulle tasse di concessione e di
assicurazione e nel rispetto delle distanze di sicurezza dal centro abitato».
Che il problema dei danni
all'agricoltura derivanti dai cinghial sia attualissimo nell'area in questione
è notorio, tanto da portare l'Ente Parco del Pollino all'ideazione di un piano
di abbattimento con personale qualificato, peraltro contestato da note
associazioni animaliste ed ambientaliste come LAV, ENPA, WWF, etc. per via
della mancata attuazione di strategie più sostenibili in un'area protetta quale
ad esempio la cattura, la sterilizzazione delle femmine di cinghiale o la
diffusione a titolo gratuito tra gli agricoltori dei prodotti, piuttosto
economici, di difesa naturale dai danni di cinghiale (come quelli biologici
commercializzati da HAGOPUR in Germania, Austria ed anche in Italia1,2),
argomento sul quale il Ministero dell'Ambiente e la Commissione Europea per
l'Ambiente sono fortemente invitati a richiedere informazioni dettagliate.
Quello che però risulta davvero strano è come
con un'ordinanza un sindaco di un comune del Parco possa autorizzare
l'introduzione di armi da fuoco in un area protetta dal punto di vista
faunistico per la sua enorme valenza ambientale non solo a livello nazionale ma
anche comunitario.
Si richiede, pertanto, agli uffici di
competenza una pronta verifica di quanto riportato a mezzo di stampa, e qualora
ciò dovesse corrispondere a verità, si auspica un'attenta verifica dell'iter
autorizzativo che avrebbe determinato tali iniziative, e soprattutto un pronto intervento a tutela del Parco
Nazionale del Pollino, della biodiversità ivi protetta, ovviamente anche al
fine di evitare all'Italia pesanti sanzioni economiche per le infrazioni alle
normative comunitarie eventualmente riscontrabili a seguito di quanto esposto.
OLA Organizzazione Lucana Ambientalista
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