VAL D'AGRI (BASILICATA): PARCO NAZIONALE O
DISTRETTO PETROLIFERO?
La Ola, Organizzazione Lucana Ambientalista,
Coordinamento di Associazioni e Comitati dei Cittadini, chiede all'Assessore
all'Ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, di conoscere
quali sono i motivi della mancata designazione e nomina del presidente del
Parco Nazionale Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese.
Dopo 8 mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale del Decreto del Presidente della Repubblica che istituisce il parco
nazionale (DPR 8 dicembre 2007- G.U.
n.55 del 5/3/2008)- ribadisce la OLA - non sono ancora noti i motivi che ritardano l'intesa per la designazione e
nomina del presidente del parco ai sensi del comma 3, art.9 della L.394/91 e
successive integrazioni. Da indiscrezioni di stampa sembrerebbe che il Ministro
dell'Ambiente, On Stefania Prestigiacomo sia intenzionata a nominare, al posto
del presidente del parco un "Commissario", facendo così intendere di
non aver raggiunto l'intesa con la presidenza della Regione Basilicata e
congelando di fatto la gestione del parco nazionale.
La Ola, nel
denunciare nuovamente il tentativo di snaturare il parco a vantaggio degli
interessi petroliferi dell'ENI, evidenzia come da fonti giornalistiche
abruzzesi si apprende che l'Ente Nazionale Idrocarburi sia intenzionata a
smantellare il Distretto Petrolifero di Ortona, in Abruzzo, e trasferirlo al
sud - italia, in Val d'Agri ed in Basilicata.
La Basilicata si appresterebbe così a diventare, attraverso il duopolio ENI -
Total, regione-snodo del sistema
energetico italiano ed europeo con concessioni, campi di stoccaggio di
idrocarburi liquidi e gassosi non solo lucani, impianti di trasformazione e di
produzione energetica. La OLA chiede
alla Regione Basilicata di prodigarsi invece per gestire il parco nazionale
Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese considerandolo unico e straordinario
strumento per frenare l'invadenza delle trivelle grazie all'efficacia delle
norme di salvaguardia del parco, praticando uno sviluppo durevole non basato
sulle fonti fossili esauribili, garantendo i monitoraggi ambientali contro
l'inquinamento da idrocarburi con lo smantellamento delle strutture
petrolifere, salvaguardando le vocazioni del territorio lucano contro chi ne
vorrebbe ipotecarne il futuro.
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