LA
CENTRALE DEL MERCURE E' INSOSTENIBILE E SOVRADIMENSIONATA
La
OLA, Coordinamento apartitico di associazioni, comitati e cittadini è venuto a
conoscenza che gli uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata starebbero
per rilasciare all'ENEL il parere positivo di Valutazione d'Incidenza per la
messa in esercizio della centrale del Mercure, nel parco nazionale del Pollino.
Al
di là degli impatti ambientali, pure considerevoli sull'habitat del bacino del
Mercure- Lao, area SIC e ZPS della Rete Natura 2000 dell'Unione Europea, ove
sono presenti numerose specie floro-faunistiche prioritarie tra cui la lontra,
la OLA evidenzia come questo impianto sia sovradimensionato rispetto ad una
serie di parametri strutturali. Infatti, la potenza elettrica dichiarata, pari
a circa 41 MW (35 MW netti), svilupperebbe una potenza termica pari a 157 MW
necessaria per mantenere costante la produzione di energia elettrica che,
secondo i dati forniti dall'ENEL ed analizzati dalla perizia redatta da Casson
e Rabitti per conto dei Comuni della Valle del Mercure, richiede una grande
quantità di combustibile pari a 272.000 tonnellate all'anno di "legno cippato"
e 48.000 tonnellate annue di "sansa esausta e segatura" per un totale complessivo
di 320.000 tonnellate annue di biomasse.
L'ENEL,
nella propria relazione tecnica che accompagna il progetto, ha dichiarato che la
gran parte della biomassa sarebbe costituita da "legno cippato" che conta di
prelevare dai boschi della Calabria e della Basilicata, stimata da ENEL in 370.117 m3
che, invece, stime sulla reale "disponibilità annua accessibile" indicano essere
notevolmente inferiori. In parole povere le stime dell'ENEL circa la
disponibilità di "legno cippato" sul territorio delle due regioni non sono
corredate da alcuna spiegazione e sono notevolmente sovrastimate anche alla luce
della presenza di 3 centrali a biomasse già funzionanti in Calabria (Cutro, Strongoli
e Crotone) che drenano tutta la biomassa disponibile calabrese. Il territorio
della Basilicata dovrebbe, quindi, da solo, fornire la maggior parte del "legno
cippato" per la centrale del Mercure ubicata nel comune di Laino, in Calabria, considerando
inoltre che in Basilicata viene prevista la realizzazione di almeno due
centrali a biomasse (Stigliano e materano) di potenza pari o leggermente
prossima all'impianto del Mercure.
L'ente
elettrico dovrebbe chiedere pertanto di disboscare grandi superfici forestali
in Basilicata, in massima parte ubicate in aree protette (Pollino, Appennino
Lucano, Gallipoli Cognato, Vulture, Foreste Regionali Demaniali). Ma è fin
troppo evidente che la Basilicata non possiede la consistenza boschiva
ipotizzata dall'ENEL per il funzionamento della centrale del Mercure. L'ENEL
dovrebbe dunque reperire la biomassa altrove, dall'Amazzonia, dall'est europeo o
asiatico oppure utilizzare in futuro, nonostante le dichiarazioni di segno
opposto, il CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti).
La
OLA rileva inoltre che il "legno
cippato" non compare nella definizione di biomasse di cui il comma 1, lettera
a) dell'articolo 2 del Decreto legislativo n.387/2003 "attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione
dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato
interno dell'elettricità" che definisce prodotti delle biomasse quelle relative
alle attività residuali della lavorazione del legno e delle attività
silvicolturali.
Il
ricorso massiccio al "legno cippato" può essere quindi suscettibile di decurtazioni
degli incentivi previsti per la produzione di energia elettrica da questa fonte
rendendo poco remunerativo il meccanismo dei certificati verdi. La scarsa
disponibilità del "legno cippato" e la veloce saturazione della domanda
farebbero aumentare inoltre i costi della materia prima rendendo poco vantaggioso
il costo del KWh.
A
meno che l'ENEL non rinunci a ridurre autonomamente ed unilateralmente la
potenza dell'impianto, appare inutile e oltremodo dannoso che la Regione Basilicata
proceda a rilasciare pareri ambientali positivi di valutazione d'incidenza
senza prima aver valutato il bilancio costi- benefici del progetto che appare sovradimensionato
rispetto alle potenzialità delle risorse del territorio trasformando così la
centrale del Mercure in una nuova "cattedrale nel deserto", dopo il precedente
"flop storico" della lignite e dell'olio combustibile.
La
OLA chiede pertanto alla Giunta Regionale ed all'Assessore Attività Produttive
e Politiche d'Impresa Vincenzo Folino che il progetto venga prioritariamente
valutato nell'ottica dei bilanci energetici del nuovo PIEAR (Piano di Indirizzo
Energetico Ambientale Regionale) e che la III Commissione
Consiliare Ambiente possa approfondire i preminenti aspetti di
sostenibilità ambientale dei beni forestali della regione da destinare al
funzionamento della centrale del Mercure per evitare scelte irreversibili e nefaste
per il territorio.
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