Con
riferimento all'articolo di stampa apparso in data odierna (10-01) sul "Quotidiano
della Basilicata", inerente il ritrovamento di materiale tossico e cumuli di
immondizia all'interno del Parco, ci preme sottolineare come il Parco della
Murgia Materana sia da considerarsi un "parco periurbano" ed in quanto tale,
soggetto a fenomeni di aggressione antropica difficilmente controllabili.
Riteniamo
pertanto, pur sottolineando come buona parte dei ritrovamenti di cui
all'articolo citato si riferisca a rifiuti abbandonati all'esterno del
perimetro del parco, utile l'aver sollevato la questione al fine di una
maggiore sensibilizzazione da parte dei cittadini alla tutela del territorio
(indipendentemente se trattasi di area protetta), ed affinché il tema sia
affrontato dagli enti preposti alla individuazione di discariche controllate in
maniera risolutiva.
Innumerevoli
sono stati da parte nostra e del solerte Corpo Forestale dello Stato i
ritrovamenti di cumuli di macerie derivanti da demolizioni edili, tra cui anche
materiali pericolosi, quale, appunto, il fibrocemento.
Rarissimi,
fortunatamente, sono i casi di ritrovamenti nel "cuore" del parco. Nella
stragrande maggioranza dei casi gli abbandoni vengono effettuati nelle aree più
prossime alle città, quale Agna/Ofra, Murgecchia, lungo la SS 7 oppure nei pressi del
borgo La Martella,
ovvero, tra gli altri luoghi, proprio nei pressi di Parco dei Monaci.
Le
segnalazioni del Corpo Forestale dello Stato sono sempre state inviate anche
alla Procura della Repubblica, oltre che agli altri enti preposti al controllo.
I proprietari delle aree, normalmente private, cui compete per primi e per
legge la custodia dei propri beni e la loro sorveglianza, sono i soggetti
obbligati al ripristino del sito e, pertanto, sono stati oggetto di denuncia da
parte degli organi di autorità giudiziaria. Lo stesso vale per le proprietà
pubbliche quali, per esempio, le strade.
Normalmente
gli abbandoni sono di piccola o piccolissima entità, riferibili,
sostanzialmente a piccoli interventi di demolizione "domestica" che normalmente
non supera il metro cubo.
Sia
a Matera che a Montescaglioso, allo stato, non esiste una discarica autorizzata
pubblica per tali rifiuti e gli impianti di recupero e per il riciclo di tali
materiali, ad onor del vero presenti in numero assolutamente esiguo, non sono molto conosciuti ai piccoli e
piccolissimi imprenditori e tanto meno ai cittadini.
Scaricare
abusivamente i rifiuti, sia speciali e pericolosi ovvero quelli non pericolosi,
rappresenta per coloro in cattiva fede tra alcuni di questi soggetti, un
notevole risparmio economico e conseguentemente, concorrenza sleale nei
confronti di chi, invece, rispetta le leggi.
La
stragrande maggioranza dei cittadini, poi, non è al corrente del fatto che i
rifiuti ingombranti (lavatrici, salotti, mobili ecc.) possono essere prelevati
direttamente dai pressi delle proprie abitazioni a cura e spese del servizio
comunale.
Il
Parco ha adottato dal 2005 il Sistema di Gestione Ambientale che pone tra le
problematiche più impellenti il tema delle discariche abusive.
Premesso
che l'Ente non ha fondi sufficienti per garantire un più puntuale controllo del
territorio e per cogliere sul fatto questi criminali, e che la gestione dei
rifiuti è comunque competenza comunale, il parco ha provveduto nel 2005 ad
effettuare diversi interventi di rimozione dei rifiuti insieme ad alcune
associazioni ambientaliste; ha posto lungo la strada che conduce al belvedere
di Matera una serie di blocchi di tufo per dissuadere l'accesso fuori della
viabilità ordinaria; ha apposto ulteriori cartelli agli ingressi più importanti
del parco, oltre, ovviamente, a segnalare e sollecitare il comune di Matera
(l'ultima è del 26.10.2007) ad un incontro per discutere il problema e
individuare insieme fonti di finanziamento per la rimozione e le bonifiche.
Una
parziale soluzione al problema è rappresentata dalla possibile chiusura degli
accessi, come per esempio abbiamo proposto a Murgia Timone e come è nostra
intenzione proporre per la strada che conduce dalla chiesa della Palomba a
Murgecchia e per la strada comunale denominata vicinale Venusio; mentre ciò è
già stato fatto sulla strada consortile di Lucignano ed a contrada La Bruna.
Crediamo
in conclusione cosa utile tenere alta l'attenzione da parte degli organi di
informazione sul problema, affinché , come detto in premessa, aumenti la
sensibilità dei cittadini e vengano individuate soluzioni semplici ed
economiche, insieme agli enti locali, per rispondere alle esigenze di quelli
che oggi, consapevolmente o inconsapevolmente, sono a tutti gli effetti
atteggiamenti criminali.
Il Presidente del Parco della Murgia Materana
Roberto Cifarelli
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