FABIO
PAPPACENA AL TEATRO LA CAVALLERIZZA DI TORINO PER
IL GABBIANO DI CHECOV
Con
"Gabbiano", uno dei classici del teatro moderno di Anton Checov, prodotto dal
Teatro Stabile delle Marche, l'attore
lucano Fabio Pappacena apre il nuovo anno che lo vede impegnato al Teatro
Cavallerizza Reale di Torino, dal 22 al 25 gennaio.
Diretto
da Leo Muscato, vincitore del Premio
della Critica come miglior regista, conferitogli dall'Associazione Nazionale
dei Critici Teatrali nel 2007, "Gabbiano - Il Volo" costituisce la terza parte
del progetto "Ri-Scritture", che prevede la rivisitazione e messa in
scena dei grandi classici del teatro.
"Gabbiano - Il volo" non è uno spettacolo
dall'impostazione scontata, perlomeno come potrebbe essere nelle aspettative di
chi pensa di sedersi e assistere alla normale rappresentazione di uno dei
lavori più rappresentati al mondo. Questo dramma corale, nell'atto di esplorare
l'aspetto tragicomico del mondo creato da Checov, riesce a sviluppare un
discorso sul teatro di oggi, riflettendo sulla condizione umana,
da sempre divisa tra l'arte e l'amore.
Dopo
il successo dei primi due capitoli, "Romeo & Giulietta - Nati sotto
contraria stella" e "Casa di Bambola - L'altra Nora", che girano ormai l'Italia
e il cui valore è ampiamente riconosciuto, Muscato prosegue nello sviluppo del
suo ambizioso progetto che ha
coinvolto attori provenienti da tutta Italia e da nazionalità diverse, scelti a
seguito del laboratorio itinerante "Verso Cechov".
Pappacena sarà
Medvedenko, un maestro elementare dal carattere ingenuo e soprattutto
innamorato ma non corrisposto. Come tutti gli altri personaggi, egli vive nel segno della rinuncia. Infatti, mai come in
quest'opera, paradossalmente piena di tonnellate di amore, i protagonisti che
si alternano sulla scena preferiscono vivere non nel presente, ma nell'utopia
che qualcosa di esterno alla loro vita stessa possa elevarli dall'infelicità
che li attanaglia.
L'Arte,
il Teatro sembrano rappresentare la possibilità ultima di evasione per ognuno
dei protagonisti, agonizzanti in quello che, dall'originale provincia russa,
diviene semplicemente un luogo astratto, poiché nella rivisitazione è stato
eliminato ogni riferimento spazio-temporale.
E il teatro sembra essere anche la grande passione
di Fabio che, con questo nuovo ruolo conferma la sua estrema versatilità,
passando con disinvoltura dalla brutalità e durezza del terrorista palestinese
di "Masked. Legami di sangue" di Ilan Hatsor, con il quale ha chiuso lo scorso anno, alla tenera figura interpretata
in questa intensa opera simbolista.
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