Un
nuovo grande classico L'ALFIER NERO di Arrigo Boito. Tra il bene e il male sempre in contrasto sgorga
una vena di romanticismo.
La
narrativa di Arrigo Boito, così come la sua poetica, è caratterizzata da una
serie di antitesi: tra virtù e peccato, sorriso e angoscia, luce e ombra...
Il nuovo
classico di ALBUSedizioni riporta tre delle sue novelle e
si apre proprio con un racconto molto coinvolgente, che ci trascina su una
scacchiera come fossimo su un campo di battaglia, in una guerra in cui si
scatena tutta la ferocia umana e si accanisce contro le diversità altrui. "Le torri, le pedine, i cavalli, la regina
stessa attorniavano, obbedivano, difendevano quell'alfiere. Era appunto
l'alfiere ch'era stato rotto e aggiustato dall'Americano; un filo sanguigno di
ceralacca gli rigava la fronte e, calando giù per la guancia, gli circondava il
collo. Quel pezzo di legno nero era eroico a vedersi; pareva un guerriero
ferito che s'ostinasse a combattere fino alla morte; la testa insanguinata gli
crollava un po' verso il petto con tragico abbattimento; pareva che guardasse
anche lui, come il negro che lo giuocava, la fatale scacchiera; pareva che
guatasse di sott'occhi l'avversario e aspettasse stoicamente l'offesa o la
meditasse misteriosamente. Nel cervello di Tom quello era il pezzo segnato della partita; egli
vedeva colla sua immaginosa e acuta fantasia diramarsi sotto i piedi dell'alfier nero due fili, i quali,
sprofondandosi nel legno del diagramma e passando sotto a tutti gli ostacoli
nemici, andavano a finire come due raggi di mina ai due angoli opposti del
campo bianco".
L'alfier nero è
una novella molto densa nelle sue descrizioni, che per lo più pongono l'accento
sull'egoismo, sull'ambizione, sull'aggressività, e sull'irascibilità umana, che
possono sfociare fino alla follia. Stesse caratteristiche ritroveremo
nell'ultimo racconto, Il pugno chiuso, che
in più ci mostra un altro aspetto: l'avidità. "Il fiorino rosso era
nel centro del cervello di Levy come un ragno nel mezzo della sua tela, tutti i
pensieri di Simeòn cadevano nel fiorino
d'oro".
Il bene e
il male sono sempre in contrasto nelle novelle e nelle poesie di Boito, autore
anche del Dualismo, considerato un
manifesto delle irrequietudini degli scapigliati. Dai suoi racconti però emerge
anche tanto romanticismo, che in questa piccola raccolta è racchiuso tutto nel
racconto centrale, Iberia. "La storia che raccontiamo è l'eterna storia
dell'amore nell'eterno paese della poesia; non mettiamo date all'eternità.[...]
Estebano era un fiore vivace con un profumo gentile. Elisenda era un fiore
gentile con un profumo vivace. Il gherofano e la viola avevano fra essi
scambiato l'olezzo, e per ridonarselo entrambi era forza che l'uno penetrasse
nell'essenza dell'altra".
Poeta,
narratore e compositore, Arrigo Boito
nasce a Padova il 4 febbraio 1842 e muore a Milano il 10 giugno 1918. La sua
poetica ripercorre quasi sempre il tema disperato e romantico del conflitto fra
il bene e il male, e il Mefistofele, il
melodramma che ha segnato la sua notorietà insieme ai libretti d'opera, ne
costituisce l'esempio più emblematico. La sua produzione si compone anche di
poesie, novelle e saggi critici. L'alfier nero, Collana Classica di AlbusEdizioni,
Pagg. 82; € 8,00; Codice ISBN: 978 88 96099 20 9
Nelle
migliori librerie, anche on-line, o dal nostro sito: www.albusedizioni.it -
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
.
Elena Grande Ufficio Stampa
Albusedizioni Via Donadio, 7 80023 Caivano (NA) Tel. 339 2740860 -
Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo
|