Per l'Unione di Centro (Casini),
moderna, di valori ed equidistante dai poli.
I
promotori della Costituente dell' Unione di Centro, Agatino Mancusi, Enzo
Ruggiero, Gaetano Fierro, Palmiro Sacco, Mimmo Cervellino, Gianluigi Laguardia,
nel corso di un incontro svoltosi in data odierna, hanno fatto un'ampia
disamina della situazione politica nazionale ed un'attenta analisi sulla permanente crisi regionale. Al termine
di un articolato ed appassionato confronto, i presenti hanno approvato all'unanimità il seguente documento:
I
Lucani amano profondamente la politica.
Eppure la politica, da ormai molto tempo, ha tradito i lucani. Non ha
corrisposto alle loro attese di modernizzazione, di rilancio dell'autorità
statale, di nuova protezione sociale, di promozione del merito, di amore per
l'etica pubblica, di difesa dei valori della comunità regionale. In sostanza,
la politica ha tradito se stessa: rinunciando a lavorare per il bene comune che
dovrebbe invece essere l'unica sua vera missione.
All'inizio
del 2000 i Lucani hanno creduto che potesse finalmente aprirsi un'era di
rinnovamento delle istituzioni e dei partiti. Non è andata così. Le istituzioni
non sono state riformate. I vecchi partiti, che avevano guidato la libertà
italiana nel benessere, sono morti. Ma
partiti più moderni e adeguati ai tempi, non sono mai nati. Una sorta di guerra
civile ideologica sta paralizzando il
Paese, così come la Regione Basilicata.
I
risultati di questo "decennio sprecato" li abbiamo sotto gli occhi: la
permanente crisi dello Stato, l'irrisolto deficit di decisione dei governi, la
vistosa decadenza della rappresentanza parlamentare, la selezione della classe
dirigente affidata a meccanismi casuali e oligarchici, la latitanza di veri
partiti e di partiti democratici, l'affievolirsi della solidarietà pubblica,
tra le categorie sociali, tra i corpi dello Stato, tra Nord e Sud, la cronica
assenza di ogni "visione" sul futuro della Basilicata.
A
tal proposito va rimarcato che la Regione Basilicata attraversa una crisi acuta
che si esprime in tutta la sua gravità per effetto di una deludente ed incerta
guida istituzionale e per la instabilità di un centro sinistra in cui le lotte
intestine sono di tutta evidenza.
L'immagine
della Basilicata che si da ai giovani, che tante speranze avevano riposto in
una politica nuova, pulita e rassicurante, è quella di una regione dilaniata
dal malaffare, dalle guerre fratricide, dalla questione morale.
Non
altrettanto migliore è lo scenario della politica nazionale dove l'obiettiva evidenza
di una simile condizione, che moltiplica i sentimenti di sfiducia nella
politica, ha indotto la sinistra e la destra, prima delle ultime elezioni, a
realizzare due grandi coup de théatre:
la nascita del Pd e del Pdl. Siamo così entrati in un "finto bipartitismo senza
partiti". Finto perché la Lega da una parte, l‘Italia dei Valori dall'altra e
la persistenza di partiti e gruppi autonomi organizzati, ha prodotto in realtà
"coalizioni camuffate". Senza partiti perché, per ora, si tratta solo di castelli
di carta costruiti intorno a un leader.
Il
Pdl non è un partito: è un cartello figlio di una precipitosa fusione tra Forza
Italia e An, senza ancora una precisa identità, senza strutture di
partecipazione, con meccanismi di selezione della rappresentanza di tipo
oligarchico-padronale. E se, viceversa, il Pd è nato da un processo costituente
restano ancora irrisolti, al suo interno, formidabili problemi di identità e di
democrazia, in particolare nel rapporto tra la componente cristiana e quelle
socialiste.
I
partiti non sono e non possono essere oligarchie. E la politica non è e non può
essere soltanto una tecnica mediatica. Partiti e politica devono essere
strumenti, in mano ai cittadini per rendere viva una democrazia partecipata. La
nostra Costituzione proprio questo prevede. Una democrazia senza partiti, e
senza qualità della politica, diventa sofferente. Impotente a risolvere, con il
consenso, i propri ritardi e le proprie contraddizioni.
Ebbene,
la gravità della crisi italiana e regionale per di più nel quadro di uno
scenario mondiale che pone all'Europa interrogativi di fondo sul suo futuro,
non consente di rassegnarsi a subire istituzioni non riformate e democrazie
senza partiti.
Impone
un rilancio e un riscatto della politica, della sua serietà, della sua qualità,
del suo legame con i cittadini.
Tanto
premesso i promotori della Costituente di Centro di Basilicata si costituiscono
con l'obiettivo di dare vita ad un nuovo soggetto politico: l'Unione di Centro (Casini), sensibile
alle problematiche dei territori e alle aspettative delle libere espressioni
sociali, singole o organizzate.
Si
propone, dunque, la costituzione di un nuovo partito: popolare e liberale. Un
partito che metta insieme le idee migliori della storia regionale, nazionale,
ed europea: il progetto di solidarietà e di sussidiarietà del popolarismo,
l'affermazione delle virtù civiche repubblicane dell'umanesimo laico,
l'ispirazione cristiana e liberale fondata sul primato della persona.
S'intende
costruire nella società lucana un nuovo
patto politico e sociale pluralista,
ispirato al bene comune, al servizio della famiglia, delle comunità, del mondo
del lavoro, della libera impresa e della cultura, delle libere professioni, dei
ceti medi.
Non
s'intende dar vita a una piccola forza d'interposizione tra i due soggetti del
finto bipartitismo. Intendiamo, al contrario, cominciare insieme il cammino di
un soggetto capace di modificare il sistema politico attuale.
Perciò,
a chi ci chiede quale sarà la politica di alleanze di questo nuovo partito, se
verso il Pdl o verso il Pd rispondiamo che la domanda non è ricevibile perché
dà per immutabili schieramenti ciò che noi vogliamo invece modificare.
Se
con chiarezza si domanda la posizione da tenere con le forze politiche in
campo, altrettanta chiarezza si pretende di avere all'interno della Costituente
di Centro, dove i promotori non possono avere in libertà una vocazione una e trina contemporaneamente. Il
Centro, è unico e per essere tale è equidistante
dai due Poli!
La Costituente di Centro chiede, pertanto, ai
propri aderenti una linea di discontinuità
di comportamenti con il recente passato al fine evitare la confusione e la frantumazione del Centro
stesso che tante perplessità crea nell'opinione pubblica che, anche in vista
delle prossime competizioni elettorali, chiede coerenza e chiarezza delle
posizioni dei partiti.
I COMPONENTI UNIONE DI CENTRO DI
BASILICATA
Agatino Mancusi
Vincenzo Ruggiero
Gaetano Fierro
Palmiro Sacco
Domenico Cervellino
Gianluigi Laguardia
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