Vespa: il padrone di
casa che non rispetta i suoi ospiti. Il caso Rosi Bindi
L'insulto
del premier in diretta durante il programma Porta a Porta (ben oltre la
mezzanotte) nei confronti di Rosi Bindi (da sottolineare vice presidente della
Camera, dunque un'istituzione), lascia perplessi, indignati, e se è possibile,
offesi. Come genere umano, al di là di ogni discutibile moralismo. L'attacco
all'unica donna in studio, peraltro, costringe ad ulteriori considerazioni, non
tanto verso l'atteggiamento di un "leone ferito" che (come recitava una vecchia
pubblicità) con quella bocca può dire ciò che vuole, quanto alle reazioni
appena imbarazzate dei presenti (Casini, Alfano, Barenghi, Castelli) a quelle
esternazioni gratuite di un "padrone". Perché il discorso verterebbe sul
padrone di casa: chi lo è davvero in quel contesto? Ad invitare alla
trasmissione (ormai decennale) i "suoi" ospiti è il Bruno Vespa, quindi ogni
manchevolezza e offesa che un ospite rivolge all'altro ospite sarebbe da
"addebitare" a lui soltanto. E' lui che servilmente non ha battuto ciglio, è
lui che da buon maggiordomo mostra appena qualche imbarazzo: la plateale offesa
mortifica quelle migliaia di donne che in questi decenni hanno conquistato
spazi importanti nella società (e la
Bindi ne è assolutamente una palese esponente) grazie alla
intelligenza prima ancora che alle "grazie", cui il premier fa costante
riferimento. (Potenza, 8.10.09)
Mimmo Abate,
Armando Bronzi, Pasquale De Luca, Armando Lostaglio, Raffaele Mele, Monica
Pietrafesa, Giuseppe Rita, Donato Russo, Gianfranco Tramutola, Vincenzo Uva.
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