"Più rispetto per chi onora i morti con opere di bene. E il concerto 'Vper Vito' lo merita senza dubbio". Le civili lamentele della famiglia Gravino
"Non vogliamo
polemizzare con nessuno, tuttavia siamo un po' delusi e amareggiati. Non
abbiamo mai chiesto favori, perciò è inaccettabile essere in qualche modo
penalizzati". Lo dicono con pacatezza e fermezza i familiari del giovane Vito
Gravino, il tursitano deceduto a Roma in un incidente stradale con la moto, il
22 gennaio 2011.
In
memoria dello sfortunato ventinovenne è sorta "V per Vito", un'associazione
onlus che opera dallo scorso anno nel settore socio-culturale, animata dalla
madre Carmela Lauria, dal padre Salvatore e dai fratelli Pietro ed Elena. Lo
sfogo arriva dopo l'organizzazione del concerto d'agosto, giunto alla terza
edizione, che ha incontrato parecchi problemi burocratici e logistici, risolti
in extremis grazie al loro notevole impegno, assieme a quello di numerosi amici
e altri volontari.
"A Tursi sembra che non sia mai agevole del tutto mettere su
una iniziativa, peraltro senza scopo di lucro. Anzi, quando qualcosa sembra
decollare, l'impressione è che si faccia di tutto per sminuirla e metterla in
crisi - dice la famiglia Gravino, che ha organizzato una conferenza stampa
nella sede domiciliare, per lanciare senza vittimismo il grido di allarme -.
Accogliere e ospitare gratuitamente una trentina di band musicali (con un vasto
programma dal rock al metal, ndr) di diverse regioni italiane, per noi oltre una
sessantina di musicisti, compresi i loro accompagnatori, non è un'impresa da poco,
ma essendo quasi tutti amici di Vito ce ne siamo fatti carico volentieri.
D'altronde, il concerto in due serate è in crescita di partecipazione, oltre
che ben accolto dal pubblico, che apprezza la vetrina offerta soprattutto
giovani ed emergenti". Poi la loro precisazione di alcune macroscopiche
doglianze: "Per due anni il raduno si è svolto nella villetta, proprio al bivio
per San Rocco e Colobraro, all'inizio della pineta per capirci. Bene, anzi,
male, perché abbiamo scoperto adesso che il terreno è demaniale, lo dice la
locale stazione del Corpo forestale dello Stato, che ci ha negato
l'autorizzazione (in passato, con fondi
della ex Comunità montana Basso Sinni, vi è stato un recupero dell'area poi adibita
a villetta, che sarebbe stata donata al Comune, ndr).
Altra questione, la
sala di prove e registrazione musicale, allocata in un'ala della struttura della
Scuola Primaria, in via Roma (attrezzata
con intervento finanziario pubblico extrascuola, ndr), ci domandiamo: chi è
deputato a rilasciare l'autorizzazione all'utilizzo, l'ente locale o l'Istituto
comprensivo statale "A. Pierro"?
Non in ultimo, perché qualcuno voleva lo
svolgimento del concerto sotto la centrale piazza, in viale S.Anna? E perché
mai la sera del due agosto, si è mosso addirittura l'Ispettorato del lavoro per
le verifiche del caso al gestore del service, con preventiva (?) conoscenza addirittura
dei collaboratori, uno dei quali poi oggetto di verbale e, presumiamo, di
contravvenzione?
Non vogliamo che la memoria del nostro congiunto sia onorata
in tal modo. Se le cose non cambiano, pur dispiacendoci, sposteremo la sede del
concerto in uno dei comuni viciniori, dove Vito aveva altri cari amici".
Salvatore Verde
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