Cimitero violato, danni alle tombe e fotografie delle lapidi distrutte
Vandalismi nel cimitero
comunale di Tursi, e non era mai accaduto da quando è stato edificato nel 1894.
Martedì mattina la fastidiosa scoperta, nella serata la diffusione dei
particolari e immediato sconcerto generalizzato nell'opinione pubblica, prima
incredula, poi amareggiata, oltre ad avere sentimenti di rabbia impotente con
il passare dei giorni.
I dipendenti delle onoranze funebri di Salvatore
Gulfo, che gestisce il servizio cimiteriale, hanno verificato i danneggiamenti,
molto più simbolici che reali, a sei-sette tombe, non si sa quanto scelte a
caso. Portalampade e luci infrante sulle lapidi, molto probabilmente con colpi
di martello o altro oggetto simile, ma ferisce soprattutto la distruzione delle
foto, quasi a voler ledere l'immagine di persone decedute nel corso di decenni,
anzi a cancellarla per sempre.
La polizia locale e i carabinieri di Tursi, dopo
accurati sopralluoghi e raccolte alcune testimonianze, propendono per una
ennesima mascalzonata di pessimo gusto, con significativi risvolti sociali e
religiosi. La stessa organizzazione del servizio, con apertura dalle ore 8 alle
16, potrebbe essere rivista poiché il sito funebre resta incustodito per due ore
nella pausa pranzo. Se è probabile che i vandali si siano introdotti nel
cimitero nottetempo tra lunedì e martedì, è anche possibile che il gesto
deprecabile sia stato compiuto proprio nella pausa di mezzogiorno di lunedì,
quando il cimitero è sempre aperto al pubblico e le sfavorevoli condizioni
atmosferiche hanno scoraggiato ulteriori visite pomeridiane.
Nel caso, si ipotizza
il gesto isolato o di un piccolo gruppo che troverebbe radici nella fragilità
esibizionistica psico-sociale di adolescenti inquieti. In tal senso, efficaci
operazioni di prevenzione e di dissuasione sono difficili da focalizzare, anche
se è un campanello d'allarme di una forma di disagio, che prima o poi potrebbe sfociare
in ambiti ancor più gravi.
Il sindaco Giuseppe Labriola, rientrato nelle piene
funzioni dopo un periodo di convalescenza, dice apertamente: "Sono costernato e
mortificato per tali atti, compiuti da persone che qualche problema ce l'hanno,
ma non sottovalutiamo in ogni caso aspetti che possono rivelare fenomeni di
estrema anormalità magari legati all'insorgenza di presunte sette legate al
mondo del macabro. Tuttavia, al lavoro delle forze dell'ordine bisogna unire la
fattiva collaborazione dell'intera
comunità".
Salvatore Verde
Nel territorio
tursitano si registra un incremento di atti vandalici e ultimamente anche di
gesti oltraggiosi. L'ultimo è accaduto appena il 13 marzo, con una analoga
simbologia funebre, clamorosa e inquietante, a danno del monumento ai Caduti di
tutte le guerre, situato nella piazza Unità d'Italia e vicinissimo al
municipio. I resti di un teschio umano erano infilati al dito indice della
scultura bronzea del milite ignoto.
Lo stesso monumento era già stato oggetto
di irrisione lo scorso anno a maggio,
con un vaso di terra sulla testa del soldato e la baionetta del fucile dentro
una bottiglia di spumante. Resta il fatto che di ossa umane ne girano parecchie
a Tursi, tutte provenienti dall'ex convento di San Francesco, dove giacciono
abbandonate, in attesa di essere traslate nel camposanto.
s.v. (La Gazzetta del Mezzogiorno, giovedì 28 marzo 2013)
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