Tursi - Proseguono
incessantemente le ricerche di Carmela Padula, la studentessa universitaria di
28 anni, terzogenita di tre figli di Domenico Padula e di Laura Di Matteo,
allontanatasi venerdì pomeriggio dalla propria abitazione. La complessa
macchina operativa dei soccorsi continua ad avvalersi di numerosi volontari e
di uomini delle forze dell'ordine, con fresche e opportune sostituzioni,
provenienti dai comuni viciniori e della regione, attrezzati e ben equipaggiati,
per affrontare un'altra giornata di impegno e fatica.
Tutti sperano che tanto
dispiegamento di persone, mezzi ed energie siano ripagate da un esito positivo,
proprio mentre affiorano interpretazioni e valutazioni diverse sulla vicenda.
Infatti, adesso non si esclude più nessuna pista e si indaga in ogni direzione,
pur confermandosi un pregresso quadro clinico di precarietà psicologica della
ragazza, caratterizzata da una ipersensibilità di tipo religioso, soprattutto
dopo la morte del fratello trentatreenne Giovanni Andrea, avvenuta il giorno
prima di laurearsi in medicina lo scorso mese di marzo, nei pressi di San
Giovanni Rotondo, dopo una visita al santuario di San Pio. Si ipotizza anche una
"liberatoria" fuga volontaria, solitaria o in compagnia di un amico casuale o
conosciuto tramite internet. Al contempo si ragiona realisticamente sulle possibili condizioni della giovane, ormai
allo stremo, se in aperta campagna, priva degli abituali farmaci e senza aiuti.
C'era molta attesa tra gli esperti e anche nella comunità tursitana, che segue
con viva apprensione gli sviluppi delle indagini, l'intervento del "segugio americano" del Soccorso alpino. Portato sulla
lapide lungo la strada provinciale Tursi-Colobraro, ultimo luogo certo di
avvistamento della giovane, il grande cane di razza Bloodhound, ha sorpreso tutti inducendo Stefano
Macciò, il suo addestratore, a consigliare di invertire la direzione della
pista (fiutata) verso il canale Pescogrosso, nei pressi della masseria di
Nicola Viviano, comunque non lontanissimo dalla zona impervia battuta fino a
sabato. Avuta la controprova ripetuta dal cane, con il coordinamento dei
Carabinieri e della Polizia municipale, sono scattate altre perlustrazioni nel
luogo mappato, mentre l'elicottero del Corpo Forestale dello Stato ha sorvolato
a lungo il territorio e altre unità cinofili dei Vigili del Fuoco
ripercorrevano i sentieri alla caccia di possibili tracce. Integrate da
volontari della Protezione civile e del Soccorso alpino e speleologico di
Basilicata, le squadre hanno poi insistito nel pomeriggio l'esplorazione meticolosa
della località.
In serata, a sorpresa, sembra prendere consistenza una
segnalazione di sabato. Il
padre di Carmela e alcuni investigatori si sono recati a Roseto, nella vicina
Calabria, dove taluni hanno dichiarato di aver visto la ragazza, in compagnia
di un giovane. Erano intenzionati a recarsi a Crosìa, alla chiesa della Mater Dolorosa
(della Pietà).
Salvatore Verde, da LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (foto Leandro Verde)
Tursi -
Nell'affannosa ricerca di Carmela Padula, la giovane ventottenne scomparsa
venerdì pomeriggio, tra i tanti soccorritori impegnati, spicca il protagonismo
del cane "Piergiorgio". Si tratta di un magnifico esemplare di 27 mesi e di
oltre 50 kg, di razza Bloodhound (letteralmente "cane da
sangue") - Chien de St. Hubert, di
origine Belga, anche noto come "segugio americano". Proprio negli Usa il suo
impiego nelle investigazioni è consolidato da tempo, per il suo eccezionale
fiuto "molecolare" (bastano pochissimi elementi per stimolarlo), tanto il suo
contributo è ritenuto "prova tecnica" nei processi penali. In Italia, sono
quattro gli esemplari in servizio presso il Corpo nazione del Soccorso alpino e
speleologico: due nel Piemonte e uno ciascuno nel Tentino e nelle Marche. "Uno
specifico progetto Bloodhound è portato avanti da mesi, in collaborazione con
la Protezione civile - ci dice l'addestratore Stefano Macciò-, occorre oltre un anno per certificarne
l'operatività".
s.v.
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