Convegno Filca-Cisl: Basilicata terra di immigrati e Tursi modello di proficua integrazione
Tursi - Terra di
emigranti e della disoccupazione giovanile, la Basilicata è invece approdo
consolidato di lavoratori immigrati, con un tasso di incremento superiore alla
media italiana, e Tursi è un modello di proficua integrazione. Il dato, poco
noto, emerge non soltanto dalle statistiche ufficiali o dai rapporti della
Caritas, bensì dall'osservatorio sindacale della Cisl e dall'Inas, il suo
patronato.
L'appuntamento su "Migrazioni. Accoglienza solidarietà cittadinanza
/ Migranti, una presenza da valorizzare" è stato, perciò, un'aggiornata riflessione
sulla società multiculturale, affrontata con tensione ideale e documentato pragmatismo
da sindacato, chiesa e istituzioni. La Filca-Cisl,
organizzatrice, si è mobilitata al massimo livello lucano e nazionale. Finanziata
dall'Unar, Dipartimento per le Pari opportunità, nell'ambito della settimana di
azione contro il razzismo nei luoghi di lavoro, l'iniziativa si è svolta
mercoledì nell'aula magna dell'Itcgt "M: Capitolo", di fronte a un pubblico
attento, con una rappresentanza delle comunità albanesi e romene da anni
residenti a Tursi. Proprio la città della Rabatana, che ha poco più di 5.230
abitanti e ospita circa 400 immigrati, è stata riconosciuta a sorpresa come
modello positivo di convivenza, perciò luogo simbolo del confronto.
Stimolati
dal giornalista della Gazzetta Pasquale Doria, moderatore della serata, i
segretari regionali della categoria degli edili e affini, Michele Latorre e
Franco Pantone, che ha relazionato, e Giuseppe Amatulli, della confederazione, hanno
fornito puntuali notizie, dati e contributi di merito. Per mons.
Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, occorre "prendere atto che la mentalità è cambiata, c'è
meno diffidenza, tuttavia, dobbiamo misurarci con le povertà nelle sue varie
sfaccettature, mentre restano prioritari l'educazione integrale della persona, il
rispetto della dignità umana e il dialogo". Il presidente della Provincia di
Matera Franco Stella ha insistito sulla lotta al caporalato, le discriminazioni
e i drammatici incidenti sul lavoro, "sovente
a scapito proprio degli immigrati irregolari, i cosiddetti invisibili".
Dopo aver ricordato che "a Tursi non si vive la criminalità addebitabile agli
immigrati", il sindaco Giuseppe Labriola ha posto il problema abitativo, "nei
piccoli comuni risolvibile con la rivitalizzazione dei centri storici".
Indicazione condivisa dal segretario generale nazionale della Filca Domenico
Pesenti, bergamasco, al quale il sindaco, "coerentemente con lo spirito del
150° anniversario dell'Unità d'Italia", ha offerto la cittadinanza onoraria. "Si
affronta la più grave crisi del secondo Novecento, e dell'edilizia in
particolare, rilanciando il lavoro - ha insistito Pesenti -, senza dover
cementificare il territorio italiano, sovente devastato, mentre basterebbe recuperare un patrimonio che già esiste, sapendo
che gli immigrati sono maggiormente occupati nelle campagne, nell'edilizia e
nell'assistenza familiare". Non a caso, dal segretario lucano della Cisl Nino
Falotico la proposta di "uno specifico osservatorio e una sorta di albo delle
badanti, a tutela delle famiglie, oltre all'estensione del diritto di
cittadinanza legale".
Salvatore Verde
Tursi - L'analisi
della Filca -Cisl sull'immigrazione si fonda su dati rilevanti. Gli stranieri
in Italia sono circa il 7-8 % della popolazione, così ripartiti: l'87% al
Centro-Nord e il 13% tra Sud e Isole. In Basilicata, nell'ultimo decennio, sono
passati dai 3.000 residenti del 2002 ai 13-14.000 del settembre 2009, oggi stimati
intorno ai 20.000, cioè il 13%, ben sopra la media nazionale. Le badanti da noi
sarebbero quasi 5.000. Una realtà problematica confermata dal filmato sindacale
"Viaggio migrante. Storie di immigrazione in Basilicata" (col., 12 min., testi
di Luigi Cannella e voce di Vito Verrastro), che include le testimonianze di
Federico Pagano, sindaco di Palazzo San Gervasio, di Adrian Robu, operaio
romeno disoccupato che a Tursi ha trovato moglie, e di padre Adrian Roman, residente a Tolve e responsabile
degli Ortodossi in Basilicata.
s.v.
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