Cosa succede nella Protezione civile tursitana?
Tursi - C'è burrasca dentro la Protezione civile
tursitana. Non a caso si parla di due
associazioni, la seconda nata da una scissione. Forse c'entra la politica,
paesana s'intende. Infatti, gli addetti fanno di tutto, dai tagliaerba ai
vigili urbani, tanti progetti che sottintendono un progetto più ampio: il
monopolio operativo a livello locale? Non senza incidenti di percorso,
evitabilissimi. L'ultimo riguarda l'espulsione di un'associata. Che non riesce "ad
ottenere risposta sulle reali motivazioni, per quanti sforzi io faccia, perciò
sono indignata", si sfoga Vincenza Cosma,
(ex?) attivista del gruppo municipale dei volontari della Protezione civile.
Tutto è iniziato con la nota
del 17 novembre 2007, a
firma del responsabile dell'ufficio di Polizia municipale, sottotenente Giovanni Sanchirico, che contiene il
drastico provvedimento così argomentato: "visto l'art. 8 lettera d) e l'art. 11
del Regolamento del Gruppo municipale dei volontari di Protezione civile, si
comunica l'espulsione dal gruppo di volontari di Protezione civile di Tursi per
motivi di cattivo comportamento, cattiva condotta nei confronti del
sottoscritto responsabile del gruppo e nei confronti di alcuni volontari".
Invano la signora Enza, che nella vita professionale è direttrice generale dei
servizi amministrativi (segretaria scolastica) del locale istituto comprensivo
"A. Pierro", ha provato a replicare alle accuse il successivo 3 dicembre, con
una serie di contestazioni formali al provvedimento, "basato - a suo dire - su
affermazioni arbitrarie e calunniose, nonché viziato sul piano formale", tanto
da scrivere un altro sollecito lo scorso 21 maggio 2008, "in mancanza di
riscontro a riguardo, anche da parte del Sindaco".
La Cosma, che è sorella di Salvatore Cosma, già assessore allo Sport nella Giunta
Caputo (2002-07) e dal maggio 2007 consigliere di minoranza, dimissionario
dallo scorso marzo 2008, assieme ad altri otto consiglieri (cosa che ha
determinato l'attuale instabile situazione giuridico-amministrativa e
istituzionale al Comune), ritiene di essere oggetto di una reazione ritorsiva
consequenziale ad un acceso confronto dialettico durante un'assemblea, nella
quale denunciò "una procedura democratica sovente ignorata dentro la Protezione civile,
affinché l'associazione non sia considerata un bene personale e privato di cui
poter disporre a piacimento, come dimostra proprio la questione degli ausiliari
del traffico (tra i quali lo stesso figlio di Sanchirico)".
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