Carmela Padula sembra scomparsa nel nulla
L'inizio
di un giallo in pena regola, tra molti dubbi e rare certezze. Venerdì 6 agosto
Carmela Padula era fuori dell'abitazione già verso le ore 16,30 per ammissione
del padre Domenico Padula, che ha sempre affermato di averla lasciata a
quell'ora, perché lui doveva andare in una macelleria della centrale via Roma.
Quando
il genitore è ritornato a casa, prima delle 18, seguito da un'auto con due
amici, scopre che la figlia non c'è e si congeda sbrigativamente dai due. Si
mette in auto e si reca verso la pineta, direzione Rabatana. Al bivio dell'ex
convento di San Rocco incrocia casualmente l'auto della Polizia municipale. Ai
vigili riferisce che la figlia è scomparsa, pregandoli di andare a vedere nella
cattedrale, dove lui era appena stato. Quindi scattano le vaste ricerche
notturne e diurne con un esercito di volontari e di agenti delle forze dell'ordine.
Le perlustrazioni sono state fermate definitivamente 48 ore dopo, per
l'incunearsi della falsa pista calabrese, magari con propaggini conventuali o
in Sicilia.
Ma il tutto è
cominciato davvero così? Come si può essere certi del vantaggio temporale della
ragazza rispetto alle indagini, dispiegate dalle 18,30? L'esercizio commerciale
(che dista meno di cinque minuti con l'auto, traffico compreso) apre alle ore
17 e il padre è stato visto arrivare pochi minuti prima del rilascio dello
scontrino, senza ombra di dubbio staccato alle 17,39. Se è l'unico percorso
indicato dal genitore, che nel tragitto di andata non ha incrociato né parlato
con nessuno, è di tutta evidenza l'incongruità. Gli avvistamenti tursitani della giovane, invece, ritenuti
"affidabili" in località Petto di Coppe, oscillano tra le 17 e le 17,45, come
hanno dichiarato l'anziana Gaetanina Tauro, i coniugi Antonio Modarelli e Rosa
Francolino e il giovane Enzo Bruneo. La scomparsa di Carmela ben prima delle
ore 16, dunque, farebbe mutare radicalmente il quadro e la completa valutazione
del caso.
Salvatore Verde
Ricominciare
da capo, ormai è convinzione diffusa. La scomparsa della ventottenne tursitana
Carmela Padula, avvenuta nel pomeriggio di
due settimane addietro, dev'essere riesaminata
da cima a fondo dagli investigatori, provando
a ricostruire gli accadimenti e mutando il punto di vista. Non soltanto
l'analisi alla moviola del documentario, ma un rifacimento dello stesso film
con spunti nuovi e originali. Fuor di metafora cinematografica, che pure si
addice a una triste vicenda che ha tutti i contorni del noir, c'è sconcerto
palpabile nell'opinione pubblica, che ignora molte cose, ovviamente, come c'è
amarezza orientata al silenzio nei parenti della "fuggitiva", che pure sanno
qualcosa in più, se non altro del privato della giovane con disturbi psicotici
e ossessioni religiose, e c'è confusione stringente nell'intraprendenza del padre
Domenico Padula, che parla e opera a
slanci intermittenti comprensibilmente a causa dell'intenso dolore. E tuttavia esiste
un'ansia diffusa di sapere che contribuisce non poco ad alimentare astruse
dicerie, immaginifici canovacci e proiezioni del caso locale in scenari della
ritrita cronaca nazionale, con sussurri, grida e racconti non tutti da buttare,
però.
Le conseguenze non sono di poco conto per la comunità che ne è tutta
coinvolta. A esempio, se erano in tanti a credere all'avvistamento nel vicino
paese Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza (luogo di villeggiatura
della famiglia Padula dal 1980 al 2002), almeno altrettanti adesso non credono
alla smentita ufficiale (?) che ha vanificato la pista, anche perche gli
avvistamenti tursitani e calabresi, gira che ti rigira, erano tutti
riconducibili all'entourage familiare, con una forbice interpretativa che va
dal depistaggio involontario alla proiezione (in)conscia di una suggestione vitale
che si desiderava reale.
Invece, occorre ripartire da zero, con umiltà, caparbietà
e abilità, riconoscendo gli errori e dando alcune prime risposte. A caso: perché
mai le ricerche, incredibilmente, sono state fermate già nel pomeriggio di
sabato e poi definitivamente nella prima serata di domenica, dunque, appena due
giorni dopo? Possibile che nessuno avesse dei dubbi sull'avvistamento di Roseto?
Tra l'altro dato per scontato prima ancora che fossero mostrate le fotografie
della ragazza (che non è identificata ancora oggi dalla stragrande
maggioranza dei tursitani che non hanno
letto i giornali). Perché il computer è stato aperto non subito? Come si può
essere sicuri dell'impronta delle scarpe riconosciuta dal padre nelle località
Santa Maria delle Vigne, Cozzo san Martino e Finata?
s.v.
La sofferenza
e il dolore di una intera famiglia. Carmela Padula, 28 anni da poco compiuti, è
alta circa 170 cm, non proprio magra, con capelli lunghi e castano scuri,
studia Lingue all'università di Lecce. Il giorno della scomparsa, indossava
maglietta e pantaloni neri. Terzogenita di tre figli (una sorella studia a
Perugia) della prof.ssa Laura Di Matteo, in pensione per problemi di salute, e
di Domenico Padula, assistente amministrativo esperto di computer, anche
musicista e poeta locale. La giovane è affetta da evidenti disturbi psicologici
certificati da anni, talvolta associati a crisi mistico-religiose, forse legate
alle "apparizioni" di Medjugorje.
Ma non mancano pregresse segnalazioni di una personalità forte e intelligenza
notevoli. La precarietà si sarebbe aggravata dalla fine di marzo di quest'anno,
quando il fratello maggiore Giovanniandrea, 34 anni, prossimo alla laurea in
Medicina a Bari, è deceduto in un solitario incidente stradale nei pressi di San Giovanni
Rotondo, dopo una visita a San Pio.
s.v.
|