Dopo i fatti di venerdì 27 luglio, il Gip convalida la custodia cautelare, uno ai domiciliari
Convalidata la custodia cautelare in carcere, uno ai
domiciliari, per i protagonisti della incredibile serata tursitana di venerdì
27 luglio, conclusasi con una coltellata e alcuni colpi di pistola. All'udienza di convalida con interrogatorio, svoltosi il successivo
lunedì 30 luglio, la Gip
Maria Grazia Caserta si è uniformata alla richiesta del Pm
Celestina Gravina e ha confermato le misure restrittive nella casa
circondariale di Matera di R.S. e R.R., mentre F.C. è già a casa ai
domiciliari.
Intanto, sono ancora stazionarie ma sembrerebbero non gravi le
condizioni del quarto uomo coinvolto, D.F., ricoverato prima all'ospedale di
Policoro e poi al "San Carlo" di Potenza. Il giovane era stato ferito da tre
proiettili (due alla spalla, non ancora estratti) e al braccio (il proiettile è
fuoriuscito), durante il tentativo di allontanarsi, dopo lo scontro con il
quasi coetaneo R.S. che ha sparato e si è subito costituito. Intanto, si è
delineato il quadro dei difensori di fiducia: F.C. e R.S. sono assistiti
dall'avvocato Giuseppe Labriola; D. F., da Emilio Nicola Buccico; R.R. da Nicola Gulfo.
Tutti preannunciano
ricorso al Tribunale del Riesame, ovviamente con differenti motivazioni. Per
Labriola: "La rissa è totalmente anomala, presenterò un'istanza per ottenere la
totale libertà per il mio assistito (il feritore con il coltello, ndr). Entrambi
hanno avuto forse un eccesso di legittima difesa per le aggressioni che hanno
subito". Gulfo, invece, ritiene che "non sussistano motivazioni per la
custodia restrittiva intramuraria del mio assistito (ferito all'addome da una
coltellata)".
La ricostruzione della dinamica dei due fatti separati, ma
incidenti nello stesso luogo e a distanza di pochi minuti appena, nella
centrale via Roma e di fronte a una moltitudine di testimoni, rimanda a una
rissa (giuridicamente) per chissà quale complessa e profonda serie di cause. In
realtà, gli animi si sono surriscaldati per piccole questioni passionali e di
confini di terreni, motivi che possono e devono trovare una civile
ricomposizione, fermo restando le responsabilità sussistenti, anche perché
tutti si mostrano provati e sinceramente addolorati per l'accaduto. A conferma
che Tursi non è il far west e il ritorno alla normalità si impone, come si sta
cercando di fare con immediatezza.
Salvatore Verde
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