Ex Fondazione Fratelli Sacerdoti Conte: respinto il ricorso di M.G. De Mare
Il Tribunale di Matera, sezione distaccata di Pistici,
"sciogliendo la riserva espressa all'udienza dell'11 aprile 2012, ha respinto il
ricorso proposto da Maria Geatana De Mare, condannando la ricorrente alla
rifusione in favore del Comune di Tursi delle spese di liti, che si liquidano in
complessivi euro 11.390 di cui 1.940 per diritti e 9.450 per onorari, oltre
spese forfetarie, Iva e Cap se e nella misura siano dovuti per legge".
A
chiarimento :"Le spese di lite seguono il principio della soccombenza e si
liquidano come in dispositivo, tenuto conto del valore della controversia". Si
chiude un altro capitolo della lunghissima contesa giuridica e giudiziaria ai
vari livelli, che si trascina davvero da troppi anni, scaturita dal lascito
testamentario del sacerdote Antonio Ferdinando Conte. Questi aveva donato le
proprietà sue e di Salvatore Conte, l'altro fratello sacerdote, a una
Fondazione presieduta dal Vescovo pro tempore, ma che nel tempo di fatto non ha
mai funzionato, tanto che il Ministero degli Interni il 27 ottobre 2008 ha decretato la
soppressione della Fondazione Fratelli Sacerdoti Conte, dopo la decisione di
mons. Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro. Ragione
per la quale, "con delibera del 23 novembre 2010, la Giunta comunale ha preso
atto dell'avvenuta trascrizione e voltura degli immobili della Fondazione
estinta in favore del Comune", e quindi "ha coattivamente preso possesso dei
beni oggetto di causa e di cui la ricorrente lamenta lo spoglio".
Il giudice
Raffaele Viglione ha esaminato il ricorso depositato il 29 giugno 2011 dalla De
Mare, già membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Conte, che
si è occupata anche della cura e vigilanza dell'immobile, ma sempre e di fatto,
sintetizziamo, nel segno della volontà dello zio sacerdote. Dopo aver escusso
alcuni informatori (Andrea R. Di Giura, Teresa Cipolla, Sergio Bello), il
giudice monocratico ha ritenuto che "nella fattispecie in esame, il Comune
ricevuti in proprietà determinati beni privati, si è semplicemente preoccupato di
gestire tale patrimonio, ponendo in essere ogni atto necessario alla sua
formale (trascrizione) e materiale utilità. E questo pur prescindendo dalla
legittimità del decreto ministeriale di scioglimento". Che sia davvero l'ultimo
atto? Il sindaco Giuseppe Labriola, intanto, esprime "soddisfazione per un
giudizio di merito, trattandosi di sentenza e non di ordinanza, che fa
chiarezza sulla trasparenza del nostro operato, potendosi in tal modo sbloccare
un iter progettuale che vuole dare alla comunità locale un'opera utilissima e
pienamente coerente con le volontà degli stimati fratelli Conte".
Salvatore Verde
|