Furti a ripetizione a Tursi. Ignoti agiscono nelle abitazioni. Prestare la dovuta attenzione
Una serie
incredibile di furti nelle abitazioni sta agitando la popolazione tursitana. In
campagna come nella periferia, nella zona degli insediamenti artigianali come
nel pieno centro abitato, non c'è luogo che sia stato risparmiato dai
malviventi. Nell'ultima settimana almeno una decina di furti clamorosi, hanno
segnato la vita paesana. Non si parla d'altro, la gente comincia a temere.
Quasi mai i colpi sono stati messi a segno nel cuore della notte,
sovente nel tardo pomeriggio o nella prima serata. Mai comunque in presenza di
persone all'interno delle abitazioni, per fortuna. Non tutti si sono rivolti
alle autorità per una regolare querela contro ignoti.
La refurtiva è costituita
certamente dai (pochi) contanti e da oggetti di valore e di oro soprattutto, tenuti
in casa, fino alla forzatura di una cassaforte. Ma l'asportazione di un
armadietto intero con diverse armi da caccia, regolarmente denunciate dal
proprietario, potrebbe far pensare ad altro, magari al furto su commissione,
dopo una serie di atti di depistaggio.
Cosa stia succedendo nella Città della
Rabatana non è chiaro, di certo le persone sono molto preoccupate. Si potrebbe
parlare a ragion veduta di una percezione di motivata insicurezza sociale, con
diffuso allarmismo urlato anche nei social network, tra amarezza, sconforto e
rabbia, fino al mutamento ostentato delle abitudini ultrasecolari.
Nessuno
lascia più le chiavi attaccate all'esterno della porta, prima di aprire si
grida perfino agli sconosciuti, in caso di assenza si ha cura di chiudere in
modo ossessivo tutti gli infissi. Sono certamente buone regole di prevenzione
in uso altrove e che dovrebbero valere
anche in un piccolo centro dove si
conoscono tutti. Ma qui è indice di un mutamento profondo della mentalità,
delle abitudini e del costume.
Quanto ai responsabili, difficile escludere la
complicità del palo locale rispetto a un
gruppo di professionisti esterni. Di telecamere neanche a parlarne, quelle che
c'erano sono inattive o tolte, poiché il loro mantenimento e funzionamento
imponeva un canone, che evidentemente non è stato onorato. Magari perché troppo
oneroso?
Salvatore
Verde
La Gazzetta Del Mezzogiorno
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