Grande attentato ai capannoni della società agricola OP Terre del Sud in località Troyli di Tursi
Grande attentato ai danni
di una delle più importanti aziende agricole lucane. Un incendio di enorme
entità ha totalmente distrutto i capannoni della società agricola OP Terre del
Sud, del giovane Ciro Morrone, imprenditore calabrese trapiantato da alcuni
anni nel Metapontino. È accaduto intorno all'una di notte di mercoledì in
località Troyli - Campo Freddo Sette, nella frazione Panevino del territorio di
Tursi, ma vicino a Policoro.
L'allarme è scattato quasi subito, con gli
interventi dei carabinieri della Compagnia di Policoro e della caserma di Tursi,
oltre ai vigili del fuoco di Policoro e Matera, ma l'intensità delle fiamme ha
consentito ben poco per limitare i danni strutturali di alcuni milioni di euro.
I capannoni, le tre celle frigorifero e i vari macchinari utilizzati per la lavorazione
dei prodotti sono stati totalmente distrutti. Nulla si è salvato, comprese le
montagne di bins e cassette collocate all'esterno, nel vasto pianoro
circostante. Movente, causa e modalità del sinistro sono oggetto di attenta
valutazione da parte delle forze dell'ordine, che investigano a tutto campo,
senza escludere alcuna pista, anche se quella di origine dolosa sembra più
consistente. Nel recente passato, infatti, sono stati diversi gli atti
vandalici sia pure di minori dimensioni denunciati dall'azienda che, però,
esclude categoricamente di aver avuto minacce e richieste di tangenti.
Ad alimentare
la forza distruttiva ci sarebbero state un paio di esplosioni all'interno dei
locali e poi la veloce propagazione sia a causa dell'abbondanza di materiali di
plastica sia per l'azione del mutamento dei venti. La prima verifica ispettiva,
eseguita di notte dal competente Commissariato di polizia di Scanzano e nella
mattinata dal reparto della scientifica, non ha sciolto i molti dubbi, mentre i
pompieri richiamati continuavano ancora l'opera di spegnimento. Ancor più gravi
gli effetti sociali collaterali, essendo
poco meno di 390 le unità lavorative utilizzate a ciclo continuo nell'anno solare,
con turnazioni giornaliere e una lunga
filiera di attività collegate nell'indotto, per garantire la elevata produzione,
la tempestiva raccolta e il collocamento della frutta stagionale nei mercati
del centro nord dell'Italia, soprattutto nelle grandi catene di noti centri
commerciali.
Insomma, un'attività in crescita nonostante la crisi economica
generale, con incremento di fatturato anche rispetto all'anno precedente (di
oltre 15 milioni di euro) che garantiva l'acquisto e la vendita del frutto
ancora sulla pianta a oltre cento agricoltori del circondario e a una
quarantina di coltivatori pugliesi. "Se tutto questo è stato messo in crisi in
una notte, si faccia almeno chiarezza su cosa sia realmente accaduto, per
evitare che una sicura attività imprenditoriale chiuda per sempre. Solo a
queste condizioni si potrà continuare", lo dicono senza mezzi termini
accreditate fonti aziendali.
Salvatore Verde
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