Tursi - Una grande folla di compaesani tristi e
commossi ha partecipato al funerale del giovane e sfortunato Vito Truncellito,
che avrebbe compiuto 19 anni il prossimo 21 aprile, deceduto a seguito del
trauma riportato nell'incidente automobilistico del 7 marzo, in uno scontro
frontale con lo scuolabus, verificatosi a due chilometri dall'abitato del rione
Santiquaranta. Arrivata nella serata di mercoledì, dopo l'autopsia eseguita
nello stesso ospedale san Carlo di Potenza, dov'era ricoverato da sùbito, la
salma è stata ininterrottamente visitata nell'abitazione della famiglia
Truncellito-Gravino, nel popolare rione Piana. Il rito religioso, partecipato
da oltre duemila persone, è stato celebrato giovedì pomeriggio (29 marzo) nella
gremitissima cattedrale dell'Annunziata dal parroco don Battista Di Santo.
Nella sua omelia, egli ha prima stigmatizzato i disvalori della società moderna
che "hanno messo i giovani contro tutte le istituzioni educative: famiglia,
scuola e chiesa", e poi ha rivolto non solo ai famigliari un invito pressante
"affinché la vita spezzata, il sacrificio di Vito non sia vano, imponendoci la
sua via crucis durata 22 giorni, durante i quali abbiamo tutti sperato e
pregato, un ripensamento del senso del limite di ogni uomo, la ricerca del
significato autentico della morte, e quindi un ancoraggio forte ai valori della vita, vissuta con pienezza, dignità e
amore verso Dio". All'uscita della chiesa, accolta da lunghi applausi, due
cugini quasi coetanei hanno letto altrettanti brevi messaggi di amorevoli
ricordi indirizzati allo scomparso, mentre diverse manciate di confetti sono
stati lanciati verso la bara, contornata da fiori bianchi e da parecchie corone
imbiancate. Erano portate a braccia dai giovani amici, molti in lacrime, che
hanno voluto seguire il feretro fino alla tumulazione nel locale cimitero. Il
lutto cittadino proclamato dal sindaco Salvatore Caputo ha restituito con
efficacia l'idea di un paese fermo, che ha abbracciato idealmente un suo figlio
vittima del destino crudele, mentre la banda musicale di Valsinni ha intonato
brani di struggente coinvolgimento. Infine, per tutti il silenzioso e mesto
ritorno a casa, sotto il cielo plumbeo che ridimensionava anche gli orizzonti
psicologici, per una rielaborazione del lutto familiare e collettivo, dopo un
evento che ha scosso in profondità l'intera comunità tursitana.
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