Il digitale terrestre televisivo è un quasi fallimento a Tursi. Il Corecom risponde alle giuste lamentele del sindaco Labriola
Il Comitato regionale per
le comunicazioni, Ufficio per le Politiche della rappresentanza e della partecipazione,
del Consiglio regionale di Basilicata, ha risposto ufficialmente alle insistite
doglianze del sindaco Giuseppe Labriola, sulla manifesta inadeguatezza delle
trasmissioni televisive in digitale terrestre sul territorio tursitano.
Il
presidente del Corecom, avv. Ercole Trerotola, con una nota datata 25 giugno da
poco acquisita al protocollo dell'ente locale, informa il primo cittadino "di
aver preso in esame l'istanza da Lei inoltrata, in merito ai problemi
determinati dalle trasmissioni televisive in digitale terrestre sul territorio
del suo comune, e stiamo procedendo con verifiche e contatti con i soggetti
coinvolti (Rai, Tg3). Ci corre, però, l'obbligo di avvertirla che i problemi
verificati sono su più larga scala, investendo anche, e non solo, il settore
delle infrastrutture a supporto delle trasmissioni".
A distanza di oltre un
anno, quando si garantì che
l'ottimizzazione del segnale di qualità sarebbe stato un dato pressoché
acquisito, in buona sostanza, oggi si lascia intendere che ci vorrà ancora del
tempo e sconfinata pazienza, dovendosi attendere investimenti e ripetitori.
Proprio quanto aveva richiesto il sindaco Labriola, almeno con le note del 4
settembre 2012, indirizzate alla Rai e a Mediaset, dopo aver riscontrato anche
le diffuse lamentele segnalate dal sig. Alfredo De Biase, referente del civico
Comitato promotore.
In effetti, più che di un parziale disservizio, si deve
parlare chiaramente di sostanziale fallimento della tecnologia del digitale
terrestre nel variegato paesaggio lucano, servito a macchia di leopardo, dopo
aver fatto credere "autorevolmente" che fosse soltanto un problema di nuove
antenne o del loro riposizionamento. A Tursi, in particolare, la questione è
insostenibile e di dominio pubblico, oltre che davvero tragicomica. L'abitato e
le campagne sono tuttora malservite o con segnale totalmente assente, in alcune
zone si vedono solo i canali Mediaset, in altre solo quelle della Rai, in
quest'ultimo caso il gruppetto degli utenti si divide tra coloro che ricevono
il segnale della Puglia o della Basilicata, una sparuta minoranza, si badi,
sempre e solo a singhiozzo, mentre in talune nicchie si capta comodamente quasi
tutto, compreso i canali moltiplicati di Telenorba.
Perche tanta difformità? I
cittadini hanno dovuto sostituire l'apparecchio televisivo e onorato
l'intervento, sovente ripetuto più volte, degli antennisti locali e non;
soprattutto, hanno continuato a pagare il canone che, come ormai tutti sanno,
non è l'abbonamento ai programmi ma una tassa vera e propria, pur a fronte di
un servizio inesistente o del tutto insufficiente, purché si sia in possesso
anche solo di un televisore. È disdicevole dover fare a meno e mutare
forzatamente abitudini, originando una nuova disuguaglianza addirittura tra
spettatori dello stesso comune. Tanto più se non si ha un abbonamento alla
pay-tv.
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