Il fiume Agri tracima e allaga i frutteti di Francesco D'Alessandro, ma nessuno interviene a mettere gli argini in sicurezza
"Il freddo intenso c'è stato e anche la neve,
ma non si può certo dire che abbia piovuto in modo straordinario, anzi. Eppure
i fertili giardini della zona sud della Val d'Agri sono allagati, puntualmente
il fiume esonda e i danni aumentano sempre più. Noi lo gridiamo almeno da un
paio d'anni, ma chi ci ascolta?".
C'è rabbia e amarezza nel tursitano Francesco
D'Alessandro, quarantaseienne coltivatore diretto, proprietario degli oltre
cinque ettari di terreni ubicati alla destra del fiume Agri (lato
Anglona-Marone, per intendersi), ma nel comune di Scanzano Jonico."Gli
appezzamenti sono stati regolarmente acquistati negli anni 1999-2000, con la
normativa della piccola proprietà contadina e tramite le agevolazioni dell'Istituto di servizi per il
mercato agricolo alimentare (Ismea). Dalla loro coltivazione
agrumicola traggo il sostentamento per la mia famiglia.
Invece, basta una
pioggia non abbondante e diventa tutto impraticabile, né possiamo avventurarci
con i mezzi, oltretutto è sempre a rischio il deposito di attrezzi e materiali
occorrenti alla normale attività lavorativa. A tutto ciò si devono aggiungere i
danni che derivano dalla mancata produzione e impossibilità di raccolta del
prodotto, ma anche dal nocumento alle stesse piante. Insomma, va tutto in
malora, ma ci dovrà pur essere un limite".
Salvatore Verde
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