Immigrato romeno tenta il furto in casa di un poliziotto, sopra la caserma dei carabinieri: bloccato e arrestato
Circola già tra i tursitani
che vogliono sdrammatizzare, ma non è un barzelletta: la missione impossibile
per un ladro immigrato? Riuscire a portare a compimento un furto nel pieno
centro di un paese che non si conosce bene, in una calda serata d'estate,
quando la gente fa ritorno nelle proprie case, dentro un appartamento, dove
vive un poliziotto con la famiglia, collocato al secondo piano e sopra la
caserma dei carabinieri.
Previsioni rispettate, infatti è finita male. Sembra
la sceneggiatura a basso costo di un
film di serie "B", tanto risulta incredibile ciò che è accaduto a Tursi, verso
le ore 21 di giovedì, nell'enorme condominio di via E. Berlinguer. Un romeno di
44 anni, già noto alle forze dell'ordine, in canottiera, pantaloni e ciabatte, è
entrato nell'abitazione dell'assistente capo di polizia Dino Gentile, 41enne
tursitano, saltando dal finestrone del vano scala nel balcone, a distanza di un
metro.
L'agente era appena rientrato con la figlia undicenne Maria che, accortasi
della presenza dell'intruso nella stanza da letto, ha subito urlato dando
l'allarme con coraggio e intelligenza. Il padre, con sicura padronanza,
lucidità e professionalità, è riuscito a fermare l'ospite indesiderato e ad
ammanettarlo al termosifone. Subito dopo sono arrivati il carabiniere Cosimo Ciullo, che
vive nell'appartamento attiguo, sullo stesso pianerottolo, e il
maresciallo Marco Nutini. I due
militi hanno portato poi nella sottostante stazione l'individuo. Rapidamente
sono arrivati anche il maresciallo capo dei carabinieri di Tursi, Giampiero Ricciardi,
e l'ispettore capo della Polizia stradale Michele Canosa,
della sezione distaccata di Policoro, con il sovrintendente Giuseppe Cifarelli e
l'assistente capo Antonio Bonelli.
Richiamati
dalle urla della giovanissima, tutto il quartiere si è animato, ma era
oggettivamente difficile capire quanto stesse accadendo, con il romeno ancora
dentro casa. Diffusa poi la notizia con i particolari, l'incredulità è
aumentata, se possibile, per l'assurdità del gesto e della spiegazione sconnessa
fornita dall'uomo, forse alticcio: "Cercavo i carabinieri, ma per l'oscurità ho
sbagliato portone", prima di essere trasferito nella casa circondariale di
Matera, dove attende di essere processato per direttissima per il tentato
furto. Qualcuno sostiene che lui volesse proprio farsi arrestare, altri che non fosse solo e avesse un complice in strada, poi fuggito.
Salvatore Verde
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