Inaugurata ieri (lunedì 10 dicembre) la
nuova sede della Coldiretti di Tursi
E' stata inaugurata lunedì sera, alla presenza di autorità
politiche e religiose, la nuova sede della Coldiretti di Tursi, situata di
fronte al mercato coperto, vicino alla centralissima piazza Maria SS
d'Anglona.
La manifestazione ha avuto inizio poco dopo le 19, quando mons.
Francescantonio Nolè, vescovo della diocesi di Tursi-Lagonegro, e don Battista
Di Santo hanno benedetto la sala per poi lasciare la parola al sindaco,
l'avvocato Giuseppe Labriola, seguito dal suo vice Salvatore Cosma. A fare gli
onori di casa ci hanno pensato il segretario di sezione Antonio Cotugno ed il
neo presidente Giuseppe Viviano, presenti anche il presidente e il direttore
regionale dell'associazione, Piergiorgio Quarto e Angelo Milo.Tra i banchetti
di prodotti tipici allestiti all'ingresso della sala, regnava un clima gioioso
e di sincera disponibilità, quasi a rievocare vecchie tradizioni che solo
l'ambiente contadino sa donare.
Raggiante il nuovo presidente Viviano, da sempre
attivo nella locale Coldiretti e già presidente dal 1999 al 2003: "Sono felice
per l'incarico che l'assemblea dei soci mi ha voluto conferire, mostrando
grande stima e fiducia nella mia persona. Mi sembra doveroso ringraziare il mio
predecessore, Salvatore Francolino, che ha ricoperto la carica per due mandati,
e di cui cercherò di continuare al meglio il
lavoro svolto, cercando di eliminare i difetti e ampliando i pregi della
sua gestione cosi longeva". Sulla stessa scia prosegue il segretario Cotugno,
il quale si dice "onorato di essere da tanti anni al servizio di questa gente
che ogni volta dimostra di tenere ancora a quelli che sono i valori saldi della
vita, in un periodo dove, a seguito anche della crisi economica, tutto sembra
svuotato del suo valore." La Coldiretti di Tursi è una delle associazioni più
longeve presenti sul territorio e conta più di duecento soci.
Un numero
rilevante ed in costante crescita, favorito dalla passione e dalla costanza con cui Cotugno e i
suoi collaboratori riescono a rendere partecipi tutti della vita associativa,
che non modifica la sua efficacia nonostante i ricambi fisiologici tra
presidenti e consiglieri di sezione. Proprio su questi punti, il presidente
regionale Piergiorgio Quarto ha avuto parole lusinghiere: "Tursi si conferma un
punto fondamentale nell'agricoltura del nostro florido Metapontino e la
longevità dell'associazione sul territorio, dove opera ormai in maniera stabile
e proficua da più di un decennio, sono la conferma che il giusto mix di uomini e
servizi riescono a soddisfare le esigenze dei cittadini che hanno sempre
bisogno di qualcuno che li sostenga e li motivi ad andare avanti nel proprio
lavoro".
Sulla situazione attuale dell'agricoltura lucana, il presidente
Quarto, tesse le lodi dei prodotti made in Italy, lanciando però un allarme:
"La nostra supremazia in merito alla qualità e bontà del prodotto che riusciamo
ad imporre sui mercati, si scontra purtroppo con una macchina burocratica
troppo farraginosa e controproducente per gli operatori del settore. Bisognerebbe facilitare questo aspetto, cosi da far avvicinare ancor di più i
giovani ad un settore che da più parti viene rivalutato e visto anche come
traino per la ripresa economica di cui il nostro paese ha bisogno".
Anche il
direttore regionale, Angelo Milo, succeduto da poco a Giuseppe Brillante, ha
dispensato elogi e commenti positivi, evidenziando come "la giusta alchimia tra
le varie fasce della scala dirigenziale in qualsiasi campo si operi, può
portare solo benefici e servizi di cui tutti possono usufruire. L'inaugurazione
di questa nuova sede, con apparecchiature adeguate e gente valida, ne è la
conferma". E' stata una serata all'insegna della positività quella che si è
vissuta nella nuova sede dell'associazione tursitana che, sapientemente
orchestrata dal segretario Cotugno, sta vivendo l'apice del consenso e
dell'efficienza. La molteplicità dei servizi offerti ai soci ed il loro numero
in costante crescita anno per anno, sono la prova provata dell'ottimo lavoro
svolto e ancora da svolgere.
Salvatore Cesareo
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