La scomparsa di Carmela Padula: falsa pista a Roseto Capo Spulico (CS). Niente è come appare
Nella ricerca di Carmela Padula, la giovane tursitana di 28 anni
scomparsa forse verso le ore 16,30 di venerdì 6 agosto, si procede a piccoli
passi ma davvero in ogni direzione, e tutto sembra vacillare, franando le poche
"certezze" acquisite.
Le ultime novità rilevanti, purtroppo non positive,
sembrano far abbandonare la pista dei "sicuri" avvistamenti a Roseto Capo
Spulico, in provincia di Cosenza, dove la giovane studentessa universitaria si
è recata abitualmente in vacanza con la famiglia negli anni Ottanta e Novanta.
Gli investigatori avrebbero elementi decisivi
che porterebbero ad escludere tale direzione che, tuttavia, avrebbe
inciso in modo determinante sulla interruzione, appena dopo quarantotto ore,
delle ricerche nel territorio tursitano, nelle località Petto di Coppe, Santa
Maria delle Vigne e Finata, lungo la strada provinciale per Colobraro. Mai
ricerche sono durate così poco, neppure in analoghi casi tursitani. Nella
vicina cittadina calabrese, l'avvistatrice
principale era Anna Rita, costei collaboratrice domestica (è doveroso
precisarlo) di Maria Cavallo, sorella di don Antonio Cavallo, parroco di Roseto
C.S., sorella e fratello di una cognata
di Domenico Padula, padre della fuggitiva.
Difficile ripartire adesso, poiché
tutto dev'essere rimesso in discussione in termini di verifica tecnica
puntuale, logica e meticolosa (impronte, telefonino, computer, contatti
esterni, eventuali uscite), ammesso che la ragazza sia ancora viva (con tutti
suoi problemi di disturbo della personalità conclamato), dopo essersi
allontanata pare volontariamente dalla propria abitazione. In caso di casuale o
premeditata tragedia, tutto si complicherebbe tremendamente. Ad uno scavo
neppure profondo, niente è come appare, non l'orario, non la dinamica, neanche l'unico
avvistamento di Tursi, dei coniugi Antonio Modarelli e Rosa Francolino, e neppure le
compatibilità di eventuali giustificazioni.
Salvatore Verde
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