La Ubi-Banca Carime
chiude la succursale di Tursi, utenti delusi ma reattivi
La
globalizzazione degli istituti finanziari si ripercuote anche a livello molto
periferico, perfino a Tursi, dove un istituto bancario come Ubi-Banca Carime,
l'ex Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, chiude i battenti dopo oltre
mezzo secolo.
In Italia,
sono114 in totale gli sportelli interessati al provvedimento, oltre
al declassamento di 54 filiali a mini-sportello. In provincia di Matera,
la "ridefinizione
della rete distributiva" riguarda Ferrandina, Montescaglioso e Tursi,
appunto.
La succursale di via Eraclea finirà il
servizio venerdì 16 gennaio 2015, poi tutto sarà trasferito a Policoro.
Una
notizia che ha deluso gli utenti e la stessa cittadinanza, che vede in
questo provvedimento un ulteriore
scadimento e declassamento della Città di Tursi.
Perciò, netta la
contrarietà anche
del consiglio comunale che, nella seduta del 29 novembre, ha deliberato
il
"fermo dissenso" e chiesto che "la Direzione generale della banca
riconsideri
la decisione di sopprimere la filiale di Tursi, attesa la sua indubbia
rilevanza per il tessuto produttivo, economico e sociale della nostra
comunità".
La decisione adottata dal gruppo bancario bergamasco risponde
a una
logica razionalità tutta aziendale, ma forse neppure tanto ai criteri
propriamente economici, poiché si opta per la soppressione di una
filiale con oltre mille clienti e in
attivo, con i locali di sua proprietà e dove vi lavorano appena tre
dipendenti
(direttore compreso).
Una ventina di telefoniste stanno avvisando circa
26.000
clienti sparsi in Italia, ma nessuno può prevedere quanti realmente
sposteranno
i loro rapporti nelle nuove sedi, sovente collocate lontane. Certo è che
nessuno sa spiegarsi la soluzione traumatica, senza prevedere neppure il
mantenimento di uno sportello.
Nel territorio tursitano insiste solo
un'altra banca, la Popolare di Puglia e Basilicata, e una sede di
Poste Italiane. Tanti ritengono che ci sia spazio operativo per
l'apertura di
una nuova banca, almeno lo sperano.
Salvatore
Verde
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